Onna, consegnata la prima casa

L’abitazione, all’interno di un aggregato, si trova nel rione Sansone ed è di proprietà di Gianfranco Busilacchio, si legge sul quotidiano IlCentro di questa mattina.
Ci vorrà almeno un altro mese affinché la famiglia di quattro persone vi faccia rientro.
Ci vorranno altri anni affinché tutto torni al suo posto, o quasi.
Da settembre 2015 sono iniziati i lavori per la ricostruzione del primo aggregato. Su Via degli Oppieti, arrivarono nella primavera precedente i primi operai a rompere il silenzio durato per molto tempo. Oggi di cantieri se ne contano di più. Sono la metà circa gli aggregati su cui si lavora.
Le nuove costruzioni – La risposta di Onna alla tragedia
Come ogni paese distrutto dal terremoto, anche a Onna c’è quello spazio “pensato e costruito” in risposta alla tragedia. Casa Onna e la Casa della Cultura sono un esempio. Sono i luoghi a cui si associano dolore e speranza. La prima struttura ospita unasala convegni, la sede del centro anziani e dell’associazione Onna Onlus. Questo complesso è stato costruito grazie ai finanziamenti del governo tedesco.

Accanto c’è la Casa della Cultura che ha preso il posto dello storico asilo della frazione. E’ rimasto l’ampio giardino dove intere generazioni di bambini hanno corso, riso e giocato.

In fondo alla strada si scorge la villa e poi ancora si arriva alla Chiesa di San Pietro Apostolo, i cui lavori di restauro sono stati possibili grazie ai 3 milioni di euro donati dalla Germania. Dopo due anni e mezzo la chiesa è stata restituita alla comunità
Era il 4 maggio del 2013 quando il Ministro Federale per l’Edilizia Peter Ramsauer, insieme all’allora Ministro Italiano per i Beni e le Attività Culturali Massimo Bray, aveva inaugurato il cantiere per la ricostruzione della Chiesa di San Pietro Apostolo nonché la Casa della Cultura, progetto questo realizzato grazie alle donazioni di gruppi industriali tedeschi e privati cittadini.
“Eravamo davanti alla chiesa parrocchiale, ricostruita dai tedeschi e che sarà inaugurata a maggio, quando ho sentito il suono della campana dell’orologio”- scrive il 27 febbraio 2016 sul suo blog Giustino Parisse, onnese e giornalista del quotidiano IlCentro. “Batteva le 11,30. Erano quasi sette anni che taceva. E’ stata una piccola-grande emozione. Nell’antica civiltà contadina il suono della campana dell’orologio scandiva le giornate. Oggi è la voce della vita che ricomincia. Piano, piano. Ma ricomincia”.
