Roio Piano, lo stato delle cose



di Fulgenzio Ciccozzi
Capita anche che un paio di questi nuovi edifici (due prime abitazioni) si trovino accanto alle rovine del centro storico di Roio Piano. Raggiungerli non è esercizio da poco, soprattutto con la macchina. Bisogna percorrere un tratto di strada dissestata e priva di illuminazione, accanto a cespugli, piante e muri traballanti.
In questa nuova giungla urbana non possono mancare gli animali. Ci sono i cani che fanno buona guardia e tengono compagnia ai nuovi pionieri del dopo sisma. Per la consegna della posta, oltre ai “segnali di fumo”, si fa affidamento alla buona volontà del portalettere.
In un altro angolo della frazione c’è Agostino.
Il giovanotto, un po’ in là negli anni, è uno dei primi che ha fatto ritorno alla sua casa e, nonostante i dolori che la vita gli ha riservato, non perde lo spirito allegro e compagnone nel mostrare il piccolo angolo di casa in cui adesso è racchiuso tutto il suo mondo. Altri, invece, sono andati avanti, ci hanno lasciato.
Per altri, come Franco, c’è ancora molto da aspettare. Chi ha potuto, a duro cuore, ha chiesto la sostituzione edilizia. Dopotutto, è meglio avere un cuore affranto anziché vivere nel pianto.
Ma non disperiamo, qualche cantiere timidamente si affaccia nel perimetro urbano del paese e comincia a rompere questa fastidiosa monotonia. Mentre il cuore dei centri storici delle frazioni si adombrano nel silenzio, i map e i progetti case si animano di nuovi inquilini.
La geografia sociale e urbana della vallata roiana si evolve e sta cambiando. Anche i santi protettori, Nicandro e Marciano, non hanno più casa. E ciò che ne è rimasto, la chiesa del XII, è alla mercé di malfattori che di tanto in tanto la spogliano delle pietre lavorate che il terremoto aveva divelto e l’uomo ha abbandonato!