Gran Sasso, sospeso l’esperimento nei laboratori

12 ottobre 2017 | 15:10
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Gran Sasso, sospeso l’esperimento nei laboratori

“Un camion ha fatto ingresso nei laboratori del Gran Sasso senza trasportare alcun materiale radioattivo. Era vuoto. Si è trattato di una prova generale per un nuovo esperimento. Non è accaduto nulla ma non possiamo permettere che questi episodi si verifichino ancora in futuro. Di questa attività, sia pure assolutamente neutra, il tavolo congiunto che abbiamo costituito a settembre, non è stato in nessun modo informato per cui chiediamo di sospendere qualunque attività, senza prima condividerla e valutarla, per evitare rischi di interferenza con le acque del bacino idrico del Gran Sasso”.

Getta acqua sul fuoco Giovanni Lolli, vice Presidente della Giunta regionale, nel corso di un incontro con la stampa per informare su quanto accaduto in occasione di un test circa l’esperimento che dovrebbe prevedere in futuro l’uso di materiale radioattivo all’interno dei Laboratori sotterranei del Gran Sasso.

La sicurezza del bacino idrico del Gran sasso è stato al centro dell’incontro dopo le informazioni circolate nei giorni scorsi sull’esperimento denominato ‘Sox’ (parte di quello denominato Borexino) che ha visto i Laboratori nazionali del Gran Sasso (LNGS – INFN) impegnati in un’attività di transito di un mezzo di trasporto per una prova generale.

“Vogliamo esattamente sapere, conoscere e valutare ogni passaggio poiché per le attività che Laboratori e Strada dei Parchi svolgono è previsto una rigorosa procedura preventiva di comunicazione e autorizzazione da parte del Tavolo regionale. Non siamo pregiudizialmente contrari all’esperimento, anzi siamo favorevoli allo sviluppo delle attività del più importante centro di ricerca d’Italia. Ma vogliamo capire e conoscere.”

sottolinea Lolli.

“Il Tavolo che io presiedo è un lavoro collegiale che prevede procedure di controllo, allerta e condivisione di ogni attività. Una strategia per mettere innanzitutto in assoluta sicurezza il sistema poiché occorrono interventi infrastrutturali e importanti investimenti che contiamo di definire entro la prima metà del 2019. Nel frattempo dobbiamo adottare rigorose misure di monitoraggio, allerta, condivisione delle informazioni tra i soggetti coinvolti e informazione trasparente e corretta verso l’opinione pubblica anche per evitare esagerazioni o allarmismi. E in questo caso, purtroppo, questa procedura non è stata osservata. Martedì prossimo terremo un incontro pubblico a Isola del Gran Sasso poiché i Sindaci, le associazioni e le popolazioni vanno giustamente informate di quanto accaduto e di quanto faremo”.

Un secco no agli esperimenti radioattivi arriva dai comitati che fanno parte della tutela e della mobilitazione per l’acqua del Gran Sasso.

Gli effetti di un eventuale incidente nucleare nei Laboratori del Gran Sasso rischiano di avere conseguenze catastrofiche su quasi tutto l’Abruzzo, parte delle Marche e sull’Adriatico.
Quello che aggrava, se possibile, la situazione è che già ora i Laboratori sono classificati come Impianto a Rischio di Incidente Rilevante sulla base della Direttiva Seveso Ter a causa dello stoccaggio in due esperimenti di 2.300 tonnellate di sostanze pericolose e infiammabili, 1.000 tonnellate di acqua ragia in LVD e 1.292 tonnellate di trimetilbenzene in Borexino. 

Ebbene, la potente sorgente radioattiva di Cerio sarebbe piazzata proprio al di sotto del contenitore di Borexino con centinaia di tonnellate di un idrocarburo! Il tutto in sotterraneo. Un incubo dal punto di vista dei rischi, in considerazione del possibile effetto domino (un’avaria in un impianto che causa incidenti in altri impianti vicini) e anche dal punto di vista degli interventi in caso di incendio grave o terremoto.

Come si guarderebbe un’azienda se decidesse di stoccare grandi quantità di sostanze radioattive sotto un serbatoio di benzina, in un territorio a massimo rischio sismico e letteralmente sopra l’acquifero che rifornisce di acqua 700.000 persone? Come giudicheremmo tale azienda e i loro dirigenti se si comportassero come i Laboratori che non solo si sono ben guardati in questi anni dal divulgare alla comunità che li ospita le loro intenzioni ma sono anche arrivati in questi giorni a negare l’evidenza ammettendo i fatti solo ieri e solo grazie al vero e proprio lavoro di inchiesta della stampa e della Mobilitazione per l’Acqua Gran Sasso?