Unione Aquilana, le ragazze del calcio rossoblù



di Eleonora Falci
Eppure, non potete immaginare quanto impegno e passione ci sia nelle ragazze che ogni domenica scendono in campo, tra sudore e sacrifici, per portare in alto il nome di questa città.
Ilaria Micarelli è una di loro: 19 anni, centrocampista esterno dell’Unione Aquilana, squadra del capoluogo che milita in serie C.

Da sei anni Ilaria gioca in una squadra, ma il pallone fra i piedi lo ha avuto da subito, quando giocava in piazza con i suoi amici, maschi, in una frazione di Lucoli.
L’Unione aquilana è l’unica squadra femminile della zona ad essere rimasta in serie C. Perché le difficoltà sono tante per uno sport che è sì popolare, ma nella versione maschile, e le spese si fanno sentire.
Le trasferte sono lunghe e tutte verso la costa o verso il Molise: c’è Ortona, ci sono le squadre del pescarese – più organizzate anche economicamente – c’è Palmoli (CH), Trivento (CB) e chi più ne ha più ne metta.
Poi ci sono le tute, l’affitto del campo – Santa Giusta a Bazzano – gli allenamenti, i palloni. E al tempo stesso, nella rosa delle 18 ragazze che militano nell’Unione Aquilana, ce ne sono alcune che vengono da fuori città – da Avezzano, per esempio: e invece di avere un rimborso spese, si autotassano, pur di giocare nella squadra del capoluogo.
“Perché se c’è piacere, c’è passione, fai il sacrificio” dice sorridendo Ilaria che però, con le sue compagne, non si è data per vinta all’inizio di una stagione che economicamente sembra complicata.

Privati, attività commerciali, semplici concittadini: è partita la raccolta fondi per aiutare le ragazze del calcio aquilano.
“Quest’anno mi sono impuntata e ho cercato di girare per la città per cercare contributi, altrimenti ci saremmo dovuto pagare tutto da sole: le tute, le polo ce le siamo pagate noi, per iniziare. Per ora la risposta c’è stata: siamo riuscite a coprire le spese almeno per i primi due mesi. Anzi, andando in giro la gente si è meravigliata di noi, della nostra voglia, della nostra passione. Anche un piccolo contributo a noi sembra tanto. Tutti quanti ci dicono: abbiamo L’Aquila Calcio maschile, L’Aquila Rugby… e noi restiamo sempre nell’angolo. Ma ci siamo e abbiamo voglia di giocare”.
L’anno scorso Ilaria è stata convocata in rappresentativa Abruzzo a livello nazionale. Con le sue compagne è andata in Trentino, ma gli allenamenti si sono svolti a Pescara, Francavilla: “però, giustamente, come diceva il mister, se c’è passione, lo fai il sacrificio“. Già.
Sempre in rappresentativa, l’hanno definita “donna di spogliatoio“: motiva, fa forza, coinvolge. E dentro e fuori il campo, questo fa la differenza.
La squadra
La rosa dell’Unione Aquilana è composta da 18 ragazze di tutte le età: quest’anno sono arrivate due giovanissime – 14 anni – anche dalla scuola calcio del Moro Paganica. C’è Clara Di Marco, veterana e capitano, a guidare un gruppo affiatato e unito dentro e fuori il campo.

Il capitano Clara Di Marco
Poi c’è il mister Fabrizio Di Marco, che da anni allena l’Aquilana Femminile.

“È un anno che sto con loro: prima stavo nel Pizzoli che però quest’anno, per problemi economici e organizzativi, non si è ripresentato. Le ragazze sono andate a rinforzate la squadra di calcio a 5 del Pizzoli che gioca all’Area Sport di Monticchio. Spesso ci alleniamo con loro”.
Realtà sportive, nascoste, lontane dai riflettori e dai miliardi della Serie A: ma che servono ad aggregare territori sfilacciati, a fare amicizia, a superare insieme difficoltà e a capire il vero senso dello sport.
“Io potrei andare altrove: a Pescara, per esempio, dove ci sono progetti più strutturati anche economicamente. Il Pescara da due anni è in serie B. Però non lo faccio, perché ho L’Aquila dentro al cuore e voglio continuare a giocare qui per la mia città”.