Falcong, un falconiere dall’Abruzzo a Dubai

22 ottobre 2017 | 15:59
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Falcong, un falconiere dall’Abruzzo a Dubai

Da più di dieci anni studia il loro comportamento e la loro interazione con l’uomo.

Falcong, questo il suo nome d’arte, è l’inviato speciale a Dubai per il programma Mediaset “L’Arca di Noé”.

I primi falconieri che la storia ricordi ci riportano al VII secolo a.C, aquilieri eccellenti erano i cavalieri mongoli; ma fu proprio dal mondo arabo, grazie ai mercanti della via della seta, che la falconeria raggiunse l’Europa.

Ora Falcong è tornato alle origini, tra “il vento del deserto ed i falchi in volo“. A Dubai ha conosciuto il Sultano Mejren, grande falconiere, della casata di una delle più grandi famiglie dell’emirato.

Falcong

La falconeria moderna – spiega Granati – ha subito notevoli cambiamenti nel tempo differenziandosi in base alle differenti culture e territori in cui ha trovato sviluppo. la falconeria Araba, continua Granati, oltre ad esser sempre stata per tradizione un importante ponte di unione tra universo umano, animale e naturale, era ed è un importante mezzo di collocazione dello status gerarchico per i nobili. Difatti più il falco risulta essere regale, nobile e forte, maggiori sono le virtù riconosciute al proprio addestratore.

In epoca moderna sono nate negli Emirati Arabi le Falcon race: i falconi si sfidano in gare di velocità su di un percorso orizzontale in mezzo al deserto di 200-300-400 mt. Esistono differenti categorie ed ognuna raggruppa i principali falconi che per cultura vengono addestrati dagli arabi: falchi Gyr, pellegrini, sacri ed ibridi. Le gare si svolgono tra dicembre e febbraio. Uno speciale sistema Gps, nato e prodotto in Italia rileva in tempo reale velocità, posizione e attitudine del falco. I falchi del Sultano Mejren sono stati più volte premiati in queste competizioni.

Civitella Del Tronto Falcong organizza escursioni wild nella natura, tra i rapaci in volo sulle montagne. Suona l’arpa e il pianoforte, scrive libri. Il suo viaggio a Dubai lascerà un segno indelebile nella sua ricerca: già, perché la falconeria non è un semplice sport, ma una precisa visione della vita:

“La cosa che mi ha più colpito è la cura ed il rispetto che gli arabi hanno per le loro tradizioni; abbiamo avuto l’onore di mangiare ed essere ospitati nella casa della numerosa famiglia del sultano. Esiste una educazione verso l’ospite che lascia senza parole, ogni cosa viene curata nel minimo particolare. Questa ospitalità si rispecchia anche nel rapporto che loro hanno con i falconi e la tradizione antichissima dell’arte della falconeria. La falconeria viene tramandata di generazione in generazione, da padre a figlio. In un giorno ogni cosa ha il suo tempo: esiste il tempo per lavorare, quello per rilassarsi e parlare con i propri amici e parenti, esiste il tempo per pregare e quello per svagarsi; ma la vera forza di questa popolazione, il fulcro del tempo è il rispetto della loro storia e quindi delle loro usanze e consuetudini”.