Gasdotto Snam, il Consiglio comunale dice NO

Questo tratto del metanodotto Snam attraverserebbe tutto il territorio aquilano. Attraverso questo documento, dunque, il Consiglio chiede che il sindaco rappresenti diniego, in forma esplicita, nell’incontro del 26 ottobre alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
“Il danno sarebbe indiscutibile sul piano economico ed ambientale – spiega De Santis – considerato che il tracciato attraversa, da una parte, un territorio altamente e pericolosamente sismico, e, dall’altra, un’area che è parte integrante del sistema abruzzese dei Parchi”.
“Desta stupore ed appare incomprensibile il voto di astensione, con la sola eccezione del consigliere Daniele Ferella, della maggioranza di centrodestra, che perde una buona occasione per dimostrare con gli atti di essere dalla parte della salute e della sicurezza dei cittadini, oltre che della difesa del patrimonio ambientale, che, ricordo, è una risorsa centrale per lo sviluppo della città. L’auspicio, comunque, è che al tavolo ministeriale il sindaco e l’assessore competente vogliano mantenere una posizione ferma, di contrarietà, ad un’opera dannosa per il nostro territorio, in linea con le passate decisioni e con le battaglie che, in questi anni, hanno portato avanti enti, istituzioni e associazioni locali”.
Il progetto del gasdotto ha trovato negli anni l’opposizione della Regione Abruzzo. I cittadini di Sulmona, dal canto loro, si sono costituiti in comitati.
“Nel corso della prossima seduta del Consiglio regionale – ha annunciato il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci – si discuterà una mia risoluzione che ho presentato mesi fa e che propone l’opportunità di studiare un tracciato alternativo in mare. La Giunta regionale ha espresso ripetutamente il suo diniego al passaggio del metanodotto lungo la dorsale appenninica. Non sarebbe accettabile perciò qualsiasi via libera da parte del governo alla realizzazione del tracciato del metanodotto Sulmona – Foligno lungo l’Appennino, né l’assenso alla costruzione della centrale a compressione nella città peligna”.
“I numeri parlano da soli: sono 19 i Comuni su cui insiste il tracciato e che nello stesso tempo fanno parte dei crateri sismici costituitisi dal 2009 a oggi. Non esiste nessuna esigenza di approvvigionamento energetico né economica tanto impellente tale da giustificare un rischio del genere, anche alla luce dei dissensi espressi ufficialmente e istituzionalmente dai Comuni interessati dal tracciato. Il governo e il Partito Democratico non possono continuare a fare finta di nulla – l’affondo di Pietrucci – a nascondere la testa sotto la sabbia. Dovranno scegliere se privilegiare le ragioni della convenienza economica e dei grandi operatori energetici oppure, al contrario, fare una scelta di pura e semplice prudenza, che apra la possibilità di una valutazione di un tracciato alternativo, lontano dai territori ad alto rischio sismico, dalla aree interne di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria che, oltre alla morte e alla distruzione degli ultimi anni, non possono e non devono sopportare la spada di Damocle di una infrastruttura che, l’ho detto più volte in passato, rischia di rivelarsi una vera e propria bomba a orologeria”.