
E’ questo il quadro delineato dal responsabile aquilano Fim Cisl Giampaolo Biondi, con uno sguardo in particolare al settore metalmeccanico.
Il settore industriale nella città capoluogo ha visto i decrementi maggiori della penisola: -6,47% contro il -3,36% nazionale.
“I dati sulle imprese della Provincia di L’Aquila – scrive Biondi – e della forte flessione negativa che c’è stata nell’ultimo periodo, il triplo rispetto a quella nazionale, deve far riflettere immediatamente tutte le forze politiche e sociali, riflessione che si sarebbe dovuta metter in campo già da tempo”.
La nostra provincia “sebbene da sempre esprima una forte vocazione di alta professionalità e specializzazione tra i lavoratori tutti, dall’operaio al ricercatore nei settori TLC, Spazio, Automotive e ricerca, purtroppo vede da anni un confronto sul lavoro solo e soltanto per vertenze di aziende che fuggono”.
Una crisi, sottolinea il responsabile Fim Cisl, che attanaglia L’Aquila da oltre dieci anni.
“Com’è possibile – aggiunge – quando sul nostro territorio nonostante ci sono aziende importanti, vedi gruppo Leonardo ( Ex FINMECCANICA) come TELESPAZIO -Thales Alenia Space Italia – Leonardo, aziende come LFOUNDRY, Fiamm-Siapra, Saes, Sapa, Hi TEch e Magneti Marelli, che non si riesca a rilanciare un indotto e soprattutto ad attrarre nuove realtà?
Cos’è stato fatto?”.
“Mettere a disposizione parte dei fondi della ricostruzione (4%) è stato sufficiente? A nostro avviso no, si sarebbe dovuto pensare ad una politica di rilancio certamente legata ad attività produttive già fortemente insediate, facendole indirizzare verso la fabbrica futuro (INDUSTRY 4.0), ma anche ad attività nuove e magari legate alla ricostruzione”.
“Con una politica mirata di sgravi e incentivi quante aziende si sarebbero potute insediare e riassorbire tutte quelle maestranze che da qualificate si sono ritrovate nel vortice senza uscita della inoccupazione?”.