Le Fontari e i fondi europei a rischio

30 ottobre 2017 | 10:28
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Le Fontari e i fondi europei a rischio

fontari

Mentre in quota procedono a tutta velocità i lavori di sostituzione della vecchia seggiovia Fontari, Progetto Montagna e Save Gran Sasso fanno il punto sull’intricata e spesso caotica gestione dei fondi europei legati alla storica seggiovia di Campo Imperatore.

Un bubbone, quello della gestione economica da parte del CTGS, scoppiato proprio nelle ultime settimane e del quale Il Capoluogo, in anteprima, aveva svelato i lati più oscuri.

Cominciamo dall’inizio. Correva l’anno 2015, era estate.

“Sostanzialmente venne “rigettato” dagli uffici dell’Ente Parco Gran Sasso il progetto di sostituzione della seggiovia con un nuovo tragitto, più sicuro e razionale. Una seggiovia più lunga, che metteva in collegamento la zona Scindarella con l’imbarco della funivia evitando inutili e rischiose passeggiate, specialmente senza sci e in caso di maltempo, al riparo da una zona ventosa sin dai tempi della nascita di Eolo”.

Una scelta dettata da motivi di sicurezza, sottolinea Progetto Montagna.

“Quella “doccia fredda” fece scoppiare le ire del Sindaco, poi quelle del Consiglio Di Amministrazione del Parco creando una spaccatura interna non da poco, poi quelle della popolazione…. Ma anche quelle delle associazioni ambientaliste che fecero quadrato appellandosi alla protezione di una zona “preziosa”

Quale l’alternativa, tra la mera sostituzione e il nuovo progetto, bocciato? Una terza soluzione. Che però non venne mai trovata.

“Come risulta dagli atti della Regione, il nuovo progetto fu “ritirato” dall’Amministratore Unico del CTGS prima che potesse andare in discussione alla Commissione di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) che avrebbe potuto rivedere, scavalcare o mediare il parere degli uffici tecnici del Parco.

Insomma l’augurata strada della “via di mezzo” non venne neanche intrapresa, in barba anche alle normative europee che , proprio per evitare costose risse, prevedono un’ampia discussione delle soluzioni alternative di un progetto in aree Sic e Zps.

Un altro atto, dell’amministrazione del CTGS, del tutto arbitrario e privo di logica. Si usò la scusa dei fondi PAR-FSC per azzittirci, perché, cosi ci fu detto, rischiavano di essere persi decorso il 31/12/15 se non fosse partito il cantiere”.

Arriviamo ai giorni nostri. Nello scorso luglio parte il cantiere delle Fontari.

Circa 2,5 milioni , assegnati al progetto dalla Regione Abruzzo, ai quali vanno ad aggiungersi altri 5,2 milioni di fondi CIPE, già in cassa, per completare l’opera , prevista per 7,7 milioni.

Il progetto iniziale da 1,4 km viene ridotto a una mera sostituzione di 900 metri: ma il prezzo rimane lo stesso.

“Un vero affare” commenta amaramente Progetto Montagna.

“Un danno economico pazzesco che le intricate maglie del Codice degli Appalti non hanno permesso di rivedere, cosi come l’esterrefatta ditta appaltatrice, che ci guardava con occhi sgranati e stupiti”.

Ma che fine hanno fatto quei 2,5 milioni, si chiede Progetto Montagna? Dai recenti controlli effettuati sui conti del CTGS non c’è traccia.

[CTGS, prelievi bancomat sena controlli]

Fontari2Dall’esamina attenta del Disciplinare previsto per i fondi Par-Fsc , firmato tra CTGS e Regione Abruzzo, emerge che entro la data di avvio dei lavori e successivamente per altri 5 step dovevano essere richieste le rispettive anticipazioni (Sal). Quindi, ad oggi, dovevano essere stati richiesti almeno 3 Sal su 6 per un importo complessivo di circa 1,3 milioni.

E’ stato fatto? NO e siamo fortemente preoccupati perché il suddetto disciplinare prevede una serie di cavilli, limiti, rivalse, more e ammende, del tutto legittimi in un finanziamento europeo, che potrebbero comportarne la revoca, con dei danni economici incalcolabili.

Ed ecco concretizzarsi un rischio che sa di incubo.

“Insomma ci ritroviamo un progetto che non volevamo per non perdere 2,5 mil , ma è costato circa 1,5 milioni in più e rischiamo di perdere la differenza”