Orso ucciso a fucilate: processo al via

L’associazione Salviamo l’Orso si costituirà parte civile nel dibattimento.
Alla sbarra colui che, per sua stessa ammissione, uccise a fucilate un giovane esemplare di orso marsicano nel Settembre di tre anni fa.
L’ultimo responsabile di un atto di bracconaggio nei confronti di un orso d’Abruzzo individuato e processato risale a più di 30 anni fa: nel frattempo sono stati circa 80, solo dal 1971, i plantigradi uccisi con armi da fuoco o con il veleno.
La causa di metà di queste morti è stata ufficialmente accertata senz’ombra di dubbio, mentre per l’altra metà si sospettano le stesse cause nonostante le condizioni di ritrovamento dei resti degli animali non ne abbiano mai permesso il pieno accertamento.
“Sono numeri impressionanti ma ancor piu’ impressionante è stata l’impunità di cui hanno goduto gli autori di questa vera e propria strage ai danni di una specie che è ufficialmente protetta dagli anni 30 dello scorso secolo”
dicono dall’associazione Salviamo l’Orso.
“Una specie animale innocua ( come i recentissimi studi genomici hanno dimostrato) , particolarmente mite ed amata dalla maggioranza degli abruzzesi e degli italiani che, purtroppo, ha pagato e continua a pagare un prezzo altissimo a causa dell’intolleranza di pochi individui senza scrupoli ed accecati dalla propria ignoranza”.
Mai si sono registrati casi di aggressione all’uomo da parte dell’orso in Appennino.
“Da circa 50 anni gli eventuali danni da esso arrecati ai piccoli allevamenti ed agli orti sono puntualmente rimborsati dagli Enti parco e da un anno anche dalla stessa Regione che per questo ha approvato un’apposita legge”
sottolinea l’associazione.
“Non vi puó esser dunque alcuna giustificazione per atti come quello commesso nel 2014 a Pettorano, dove grazie ad una rapida e qualificata indagine del personale dell’ex Corpo Forestale dello Stato si è potuti giungere in pochi giorni a ricostruire l’accaduto e ad individuare chi aveva sparato all’orso”.