Incendio Fonte Vetica, cinque indagati

Si tratta di cinque persone, tutte residenti nella provincia di Pescara: in tre avrebbero dato il via all’incendio per negligenza e imprudenza. Due sono accusati di favoreggiamento.

Le indagini
Sono state chiuse le indagini condotte dal Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale, Agroalimentare e Forestale al comando del Ten. Col. Rampini, dall’App.Maurizi e sotto la direzione del Pubblico Ministero Fabio Picuti.
La indagini partirono dall’individuazione iniziale di un gruppo di 14 campeggiatori: da lì gli inquirenti hanno ricostruito lo svolgimento dei fatti e hanno proceduto a precise contestazioni per ogni componente del gruppo.
Per tre l’accusa è di aver di fatto dato il via all’incendio, accendendo il fuoco e perdendone il controllo per: “negligenza, imprudenza, imperizia”. L’incendio è stato causato da tizzoni ardenti caduti a terra.


Per due, l’accusa è invece di favoreggiamento: avrebbero portato via e abbandonato a Brittoli – quindi decine di km di distanza dal luogo in cui è scoppiato l’incendio – la canalina utilizzata per cuocere la carne, cercando di sviare le indagini.
Tra l’altro, uno dei soggetti destinatari di informazione di garanzia per favoreggiamento non era tra i 14 individuati nel primo momento.
Gli indagati per l’incendio sono tutti residenti nella provincia di Pescara: tre sono giovani di Popoli, con età compresa tra 20 e 24 anni. I due accusati di favoreggiamento sono uno di Popoli e uno di Pietranico
Gli investigatori, per le complesse indagini, si sono avvalsi anche della collaborazione dell’Università di L’Aquila e delle testimonianze di alcuni soggetti presenti sul luogo dell’evento.
Oltre un milione di euro il danno stimato all’ambiente naturale a all’area protetta.
Fra le aggravanti, quella di aver agito nonostante la previsione dell’evento, considerando quindi elemento significativo le condizioni ambientali che al momento dell’incendio si registravano nell’area di Fonte Vetica.
L’incendio partì dalla località di Fonte Macina il 5 agosto, a margine della 58ª edizione della Rassegna ovini di Campo Imperatore.


Le incredibili condizioni di siccità e il vento consentirono il veloce propagarsi delle fiamme, che in poco tempo bruciarono oltre 300 ettari tutti all’interno del Parco Gran Sasso – Lago, svalicando anche sul versante pescarese di Rigopiano.
L’incendio venne spento dopo due settimane, il 19 agosto, grazie all’utilizzo di canadair, elicotteri militari e squadre a terra.
(E.F.)