Due giorni con il premio Oscar Luis Bacalov

Aveva 84 anni il compositoreLuis Bacalovche si è spento a Roma lo scorso 16 novembre. Ma le sue note, figlie di un’indelebile anima argentina, restano.
Aveva un rapporto anche con la nostra città. Nel 2010 incantò il pubblico del Ridotto in occasione di un evento organizzato dalla Barattelli, una sorta di viaggio intimo immerso nella memoria della sua Buenos Aires. Tornò nel 2015, all’Auditorium del Parco, con il violinista Sonig Tchakerian e i Solisti Aquilani.

C’è chi ha avuto l’onore di conoscerlo
“Era la fine degli anni novanta quando conobbi il Maestro. A Bari, in occasione di un concerto. Fu il direttore José María Sciutto a presentarmelo. Ero innamorato dei suoi anni settanta segnati dal progressive rock”.
Da un incontro fortunato nacque un’amicizia musicale: “Ascoltò le mie canzoni, mi ospitò a Milano e poi a Roma e mi disse: “Le tue canzoni non hanno nulla da invidiare agli artisti che fanno e vivono di questo mestiere, c’è da migliorare certo, ma la capacità di scrittura c’è” – ricorda Nico Petrella che allora aveva poco più che vent’anni.
“La speranza di entrare in quel mondo c’era, ma l’emozione più grande era trovarmi nella casa dei capolavori. Il suo pianoforte era il mobile principale di tutta l’abitazione”.
Il pianista, compositore, arrangiatore e direttore d’orchestra, firma di colonne sonore: il Maestro dalle mille anime
L’Oscar nel 1995 per Il Postino (foto sopra) è stato il culmine di una carriera, condotta soprattutto tra Italia e Francia, che l’ha visto raccogliere con le sue colonne sonore dal David di Donatello al Nastro d’Argento al Bafta. Ha collaborato con Fellini, Pasolini, Lattuada, Damiani, Scola, Petri, Wertmüller, Rosi. Quentin Tarantino le ha riprese per i suoi Kill Bill e Django Unchained. Ma proprio dal Postino gli arriverà anche uno dei grattacapi più grandi, con la causa di plagio intentatagli e vinta (post mortem nel 2015) dall’ex amico Sergio Endrigo.
“Lo conobbi proprio in quegli anni, in quel periodo di chiusura fortissimo”.
Ma Bacalov fu anche altro. Un anno dopo il suo arrivo in Italia, trovò la propria strada nella musica leggera. Sui nostri anni 60 ha lasciato una grande impronta, arrangiando per Nico Fidenco, Rita Pavone Umberto Bindi, Lucio Dalla, Gino Paoli, ma soprattutto Sergio Endrigo con capolavori come Io che amo solo te, Se le cose stanno così, Era d’estate, Canzone per te, Lontano dagli occhi e L’arca di Noè. Fondamentale il suo apporto al progressive rock: oltre che con i New Trolls, collaborò con Il Rovescio della Medaglia e gli Osanna.