La vita dopo il coma, la storia di Ubaldo

C’era una volta un pezzo di legno, delle mani che scoprirono l’arte e c’era (soprattutto) una nuova vita da vivere e immaginare.
Questa è la storia del signor Ubaldo Tudico.
Occhi azzurri e profondi come il mare, un cuore grande e pronto a commuoversi quando parla di sé e degli imprevisti che il destino gli ha regalato.
“Mentre ero a lavoro in cantiere, un forte dolore al petto mi allontanò da tutto per un po’”.
Accadeva quattro anni fa, un malore improvviso e poi il coma, durato due mesi.
“Al risveglio, dopo una lunga convalescenza, non ero più lo stesso. Dovevo capire come impiegare il tempo, non potevo più lavorare. Un giorno un mio amico mi spronò. Andai in garage e fu lì che trovai una tegola in coccio. Cominciai a lavorarla, fu il primo oggetto in assoluto che ho “creato” in tutta la mia vita. Da allora non ho più smesso”.
Ecco le famose tegole del signor Ubaldo: deliziose e curate in ogni dettaglio. Di coccio, ma soprattutto in legno.

Al posto del garage dove tutto cominciò Ubaldo ha allestito un vero e proprio laboratorio. Da lì nascono i suoi gioielli: dalle tegole, agli orecchini, alle collane.

Trovate Ubaldo in tutti i mercatini e fiere della città, porta in mostra i frutti della sua seconda vita insieme alla colonna portante della sua vita: “Mia moglie Assunta mi accompagna in tutto!”.
(Francesca Marchi)