SOX, botta e risposta INFN – H20

29 novembre 2017 | 15:58
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SOX, botta e risposta INFN – H20

Continua il botta e risposta tra il Forum H20 e l’INFN che ieri aveva, in una lunga e dettagliata nota, risposto punto per puntoalle osservazioni sollevate dal Movimento per l’Acqua del Gran Sasso anche a seguito della trasmissione delle Iene di una settimana fa, che aveva fatto emergere con risonanza nazionale il caso SOX.

“Non c’è stato difetto di istruttoria da parte dei Laboratori del Gran Sasso” la presa di posizione dell’INFN.

I laboratori sono intervenuti anche in merito alla captazione delle acqua:

“la costruzione dei Laboratori del Gran Sasso è precedente alla realizzazione della captazione. La valutazione della qualità dell’acqua potabile captata dal Gran Sasso non è chiaramente di pertinenza dell’INFN. I controlli su tali acque sono effettuati dalle autorità competenti”

sottolineando come comunque l’Istituto monitori di continuo esclusivamente le acque convogliate a scarico con strumentazione altamente tecnologica (spettrometro di massa) e recentemente si sia dotato di un secondo spettrometro per garantire la ridondanza delle misure e la possibilità periodica di calibrare gli strumenti (fase in cui lo strumento non è in misura)».

Non si è fatta attendere la risposta del Movimento H20

“Surreale interpretazione normativa dall’INFN: un’infrastruttura non deve adeguarsi alle leggi attuali per le nuove attività proposte? Si applicano le norme di 30 anni fa?”

“Crediamo che il passaggio del loro comunicato relativo al fatto che la costruzione dei Laboratori negli anni ’80 possa permettere di non rispettare le norme di legge entrate in vigore nel frattempo sia letteralmente surreale.

Sox è un nuovo esperimento, pianificato dal 2011 per la cui autorizzazione ci si è attivati nel 2014, 8 anni dopo l’entrata in vigore del Testo Unico dell’Ambiente che impone una zona di rispetto di 200 metri in attesa della pianificazione di dettaglio della regione che, come abbiamo denunciato, è a sua volta inadempiente da 11 anni su questo versante.

La sequela di errori compiuti nei laboratori nelll’agosto 2016 (in riferimento allo sversamento di diclorometano, ndr) in quel frangente sarebbe tragicomica se non avesse comportato 4 mesi di dichiarazione di emergenza idrica nell’intero territorio teramano. Ricordiamo brevemente (siamo a disposizione per fornire la relazione sull’accaduto del Direttore dei Laboratori Ragazzi ottenuta con accesso agli atti):
1-operazione avvenuta all’interno in sotterraneo mentre poteva essere svolta esternamente;
2- avvio dell’attività con lo spettrometro in manutenzione e quindi senza possibilità di evidenziare eventuali perdite come poi è avvenuto;
3-malfunzionamento della cappa;
4-mancata comunicazione dell’avvenuto a numerosi livelli visto che ancora a dicembre 2016 la Prefettura di L’Aquila, teoricamente addetta a coordinare le questioni della sicurezza dei laboratori, non sapeva nulla dell’accaduto.

Ebbene, quel fatto ci racconta che
a)le norme di comportamento possono essere violate dagli operatori;
b)i macchinari possono funzionare male”

Poi, l’attacco, nel quale si sottolinea la fragilità del sistema

La perdita del diclorometano non si è trasformata in vero dramma solo perchè avevamo a che fare con una piccola quantità di materiale contaminante in partenza nella vaschetta usata per pulire i cristalli. L’impatto è stato abbastanza limitato ma si conferma la fragilità del sistema.

Con SOX e i suoi 5,55 petaBecquerel invece qualsiasi imprevisto o malfunzionamento potrebbe trasformarsi in catastrofe. Per questo l’esempio del diclorometano sta lì a segnalarci proprio l’azzardo di condurre alcuni esperimenti con materiali pericolosi o radioattivi in un luogo del genere mentre altri esperimenti, la maggioranza, sono compatibili”

È vero che la captazione nei laboratori è una frazione di quella complessiva ma un incidente grave in uno di questi tre esperimenti potrebbe interessare l’intero acquifero e, quindi, anche le altre captazioni che sono comunque vicinissime”

Sul confronto con Fukushima, poi:

Rispetto ai confronti con altri incidenti ricordiamo per l’ennesima volta che noi paragoniamo quello che ci interessa al fine di comprendere il potenziale impatto sul territorio e, cioè, le potenzialità emissive nell’ambiente. 

Dati ufficiali dell’Agenzia Atomica Internazionale alla mano il confronto con Fukushima è quindi assolutamente legittimo. Non si vuole usare Fukushima perchè lì vengono da un reattore? Abbiamo già confrontato con la nube di Rutenio106 che non viene da un reattore ma con ogni probabilità da una sorgente radioattiva e, dati dell’Istituto Nucleare Francese alla mano, la potenzialità emissiva di SOX è ben 50 volte quella della nube di Rutenio106. Ricordiamo che i francesi hanno scritto che in caso di emissione sul loro territorio avrebbero dovuto prendere misure di radioprotezione per la popolazione in un raggio di diversi km dal punto di rilascio. Questi sono fatti.