Megalò 2, Cioni: in mutande contro le ruspe

“Ora basta. Sono pronto a sdraiarmi in mutande contro le ruspe di Megalò 2 e lo farò”
Una protesta prorompente, quella annunciata da Celso Cioni, direttore regionale di Confcommercio Abruzzo, contro l’edificazione del nuovo parco commerciale.
Preannuncio che sono pronto a sdraiarmi sotto le ruspe in mutande per far comprendere a tutti gli abruzzesi ed alle Istituzioni competenti che questo ulteriore scempio urbanistico ambientale e socioeconomico non s’ha da fare a nessun costo a danno del territorio e dell’economia abruzzese, regione nella quale si registra il più alto livello di superficie di Grande Distribuzione Organizzata che brucia territorio e penalizza in modo scellerato e la produttività e l’economia sana prodotte dalle piccole imprese del settore del commercio, che meritano senza dubbio di essere difese contro questo scellerato ed insensato ulteriore insediamento inutile e dannoso per gli interessi dell’intera comunità abruzzese.
Dovranno passare sul mio corpo prima che questo accada ed è bene che lo sappiano tutti: LO FARO’ STATENE CERTI.
Non si può più scherzare o sottovalutare l’arroganza e la prepotenza di chi vuole farsi gioco di norme, regole e leggi vigenti prima che sia troppo tardi.

Non è nuovo a proteste eclatanti il direttore di Confcommercio: da quelle per ilritorno del crocifisso nell’aula consiliare(con tanto di maxi croce al seguito) a quella del 2014 nei locali della Banca d’Italia.
In quell’occasione, Celso Cioni si barricò nel bagno della filiale di Bankitalia, in piazza Duomo, con una tanica di benzina e un accendino, minacciando di darsi fuoco se il governo non avesse rivisto “le condizioni del sistema bancario, almeno nei paesi del cratere e della città” all’epoca ancora militarizzata. L’estrema protesta era a sostegno dei piccoli commercianti della città «costretti dal terremoto a lasciare i proprio negozi senza ottenere alcun sostegno».