ALDILÀ… di noi tutti

16 dicembre 2017 | 11:01
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ALDILÀ… di noi tutti

di Roberta Calì*

Una finestra che guarda il mare. Una donna che guarda il mare. Un uomo che guarda la donna.

Una coppia che vuole farcela. Vuole una casa, un lavoro, una famiglia. La speranza è che tutto ciò possa trovarlo “aldilà” di quello stesso mare che osserva la donna, soggetto confortante e dominante di quel quadro incorniciato dalla piccola finestra, nella piccola casa.

Questo, apparentemente, rassicurante scenario ci viene proposto all’inizio, dall’anticipazione del nuovo lavoro della drammaturga Mariateresa Berardelli, dal titolo “Aldilà”, diretto dal regista Andrea Baracco, attraverso un’emozionante lettura scenica (allo scopo di presentare il testo), a cui ho avuto il privilegio di assistere lo scorso primo dicembre presso le Carrozzerie n.o.t, realtà al confine con il quartiere Testaccio a Roma, luogo foriero di innumerevoli esperimenti e innovative letture della drammaturgia più contemporanea.

Procedendo nel lavoro, seguendo l’evolversi di questa nuova lettura proposta, il primo pensiero che potrebbe balenare nella mente di tutti noi è che Mariateresa Berardelli voglia raccontarci una classica e convenzionale storia dei nostri avi, costretti a scegliere di dirigersi verso l’agognato “Nuovo Mondo”, pur di dare una chance a se stessi e a coloro che amano. C’è una coppia che è pronta a valicare questa sconfinata distesa azzurra, alla ricerca dell’ “alternativa”. E’ disposta a imbarcarsi e ad affrontare tutto il disagio derivante dall’abbandono della propria terra natia.  Gli elementi forniti sembrerebbe esistano tutti.

Ben presto, ci si rende conto che il viaggio che i protagonisti si trovano a dover affrontare è ben diverso, ben più arduo e impossibile. Autentici funamboli in un costante, precario equilibrio, in un contesto sicuramente meno confortevole di quello dei nostri antenati, seppure comunque complesso.

In una barca malconcia e insicura, troppo spesso tomba di molti, convinti nel darsi una scelta differente, si ritrovano insieme ad affrontare, talvolta invalicabili, ostacoli, senza ritorno.

La coppia protagonista sceglie comunque di provarci, malgrado la tanta paura di non farcela, malgrado l‘amara consapevolezza di allontanarsi da tutti i loro cari, nonostante l’impegnativa responsabilità di una nuova vita celata nel grembo di lei.

Un dialogo perenne proprio tra chi era protetto nel ventre materno e la madre, che lo ha concepito, diventa presto perno di tutto il sensibile e delicato lavoro della Berardelli. Un tenace dialogo fa da padrone da un lato all’altro del mare, che li divide e nel contempo li lega l’uno all’altra.

Un dialogo che non si interrompe mai, perché il giovane uomo, anche lui attratto dall’opportunità di darsi un’opportunità differente, ha il “dono”, che non lo abbandona mai e gli consente di mantenere un legame continuo con la propria genia. Un legame che gli permette di sopravvivere alle prove più dure, che lo conduce a quello stesso “amore speciale” che aveva unito suo padre e sua madre. Un amore che finalmente gli fa sentire “le farfalle nello stomaco”, malgrado le infinite ed estenuanti prove da superare. Un amore bello. Con il quale condividere sogni e semplici ambizioni, come un po’ di cibo, una casa e una torta di compleanno.

*Roberta Calì
Giornalista di notizie che possano avere un senso nella vita di qualcuno.
Anche solo per un istante.