Gran Sasso, 30 anni di ricerca e poche risposte

Lunedì 15 gennaio, per i 30 anni dell’ Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella sarà in visita ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso.
Con lui, presso la Sala Fermi della sede dei Laboratori, in via F. Acitelli 22 ad Assergi, saranno presenti il Prof Antonio Zichichi, ideatore dei Laboratori, il Nobel per la fisica Carlo Rubbia, il presidente dell’ INFN prof Fernando Ferroni ed il direttore dei LNGS, il prof. Stefano Ragazzi.
A due giorni da un evento di così ampia risonanza, Il Capoluogo ha intervistato Augusto De Sanctis della Segreteria di H20 Abruzzo che da tempo si batte per vigilare sulla sicurezza dell’esperimento SOX (Short distance neutrino Oscillations with boreXino)e della struttura.
Ricordiamo che, mentre l’esperimento che tanto ha fatto discutere mediaticamente è per ora rimandato perdifficoltà tecniche a garantire gli standard scientifici richiesti, H2O Abruzzo attende ancora delle risposte ufficiali per quanto riguarda la richiesta di accesso agli atti.
Il termine, ufficialmente, è scaduto due giorni fa in quanto la richiesta era stata inoltrata ufficialmente in data 6 dicembre e i 30 giorni previsti per legge sono decorsi.
«In realtà siamo in attesa di una risposta che dovrebbe arrivare lunedì da parte del Comune dell’Aquila, con cui siamo riusciti ad interloquire e rimaniamo in attesa di risposta da parte degli stessi Laboratori del Gran Sasso che ci hanno preannunciato che ci risponderanno ma che al momento hanno difficoltà nel reperimento della documentazione – illustra De Sanctis a Il Capoluogo -.
Ci auguriamo che almeno il materiale facilmente reperibile, come ad esempio il documento sul rischio sismico che risale al ’97, ci venga fornito senza ulteriori ritardi.
Anche il il Comando Regionale dei Vigili del Fuoco ci ha risposto stamattina sul Rapporto di Sicurezza, uno dei due documenti più rilevanti.
Il dialogo non è stato semplice per quanto riguarda i criteri di riservatezza di alcuni atti. Abbiamo dunque scritto al Comando generale e per conoscenza alla Procura di Teramo.
Ci hanno dato, proprio in giornata, comunicazione di poter procedere con l’accesso agli atti. Siamo mossi da buon senso, quindi siamo disposti anche ad accessi parziali per il momento.
Per quanto riguarda il trentennale dei Laboratori del Gran Sasso, sono più che legittimi i festeggiamenti dato che parliamo di una realtà di ricerca ai massimi livelli scientifici.
Bisogna però riconoscere che ci sono anche delle ombre su questa vicenda.
Non possiamo dimenticare che parliamo comunque di un Impianto a Rischio di Incidente Rilevante che ha il Piano di Emergenza Esterno non in regola, in quanto scaduto nel 2011.
Parliamo di un sito che lo Stato e un commissario di governo (non l’I.N.F.N.) non sono riusciti a mettere in sicurezza nonostante la spesa di 84 milioni di euro.
La ricorrenza dei 30 anni è un notevole traguardo ma non si può non riflettere sul fatto che la realizzazione dei due tunnel e dei laboratori ha avuto certamente un impatto consistente sulla falda negli anni ’80.
Questo discorso si inserisce nella complessità di un laboratorio che è di altissimi livelli dal punto di vista scientifico ma che ha avuto di contro un altissimo impatto ambientale: è pur sempre un impianto che è stato sequestrato 15 anni fa per non aver rispettato numerose norme di legge.
La storia di questi 30 anni comprende luci ed ombre, tra queste anche la mancata risoluzione di problematiche consistenti che si ripercuotono anche sull’attività di ricerca se vogliamo.
La storia dei Laboratori del Gran Sasso, di cui anche noi siamo orgogliosi, è una storia complessa: non se ne può fare un’aprioristica apologia.
Stiamo valutando l’ipotesi di predisporre un presidio del Forum di H2O Abruzzo in occasione della visita del presidente Mattarella.
Logisticamente non è semplice, dato anche il luogo e la circostanza ma cercheremo di essere presenti se sarà possibile. Quantomeno per ricordare che siamo ancora in attesa di risposte fondamentali.»