Campotosto, a un anno dal sisma

17 gennaio 2018 | 16:33
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Campotosto, a un anno dal sisma

18 gennaio 2017. E’ passato un anno esatto dalle scosse che hanno raso al suolo uno dei borghi più belli d’Abruzzo, famoso per il lago creato dal nulla negli anni trenta e per quella diga che oggi tanto fa discutere e sospirare.

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Incontro, dopo mesi, il sindaco Luigi Cannavicci, stessa tenacia e stessa preoccupazione dello scorso gennaio

“Siamo ancora in piena emergenza: ho firmato 200 ordinanze di demolizione e ne abbiamo fatte solo 50. Abbiamo cominciato a rimuovere l’eternit e stiamo programmando la rimozione delle macerie”.

Tutto va a rilento nel paese dei crateri. La storia dei terremoti collezionati parte da lontano: nel 2009 il primo, con la scossa che colpì L’Aquila e buttò fuori casa quasi la metà della gente di Campotosto . Poi toccò alla vicina Amatrice, rasa al suolo nell’agosto del 2016, quel giorno Campotosto ricominciò la conta e le verifiche delle case ancora sicure e agibili. Non dimentichiamoci di Norcia e della scossa del  30 ottobre 2016 che rese inagibili altri edifici. Un po’ di pace fino al gennaio successivo:  poi le scosse ripetute e di magnitudo superiore a 5 lo hanno raso al suolo. Il tormento di uno sciame mai visto prima sommati ai disagi della nevicata.

“Nessuna casa è rimasta in piedi” – ricorda il sindaco. “Qui non ci sono stati danni lievi e per agire adesso abbiamo bisogno dell’ultima ordinanza sulla sovrapposizione dei crateri”.

In quei giorni i riflettori erano concentrati soprattutto suRigopiano, intanto a Campotosto la neve nascondeva i danni delle scosse. Dopo il maltempo è arrivata la conta dei danni, ma anche in quell’occasione i riflettori si spostarono al capezzale della diga.

La questione è molto sentita soprattutto per i comuni della vallata del Vomano che da tempo chiedono aiuto affinché venga fatto un passo in avanti. Con ogni probabilità il 24 gennaio il piano di emergenza relativo alla diga di Campotosto arriverà sul tavolo della giunta regionale.

Intanto, un anno dopo, arriva man forte al Coc. Le criticità della gestione post sisma, l’assenza della figura di un segretario comunale, che non ha accettato l’incarico dopo essere stato nominato, hanno fatto sì che “arrivassero tre funzionari per dare una mano al centro operativo comunale” – spiega il primo cittadino.

600 residenti sparsi tra map e comuni vicini

“La popolazione è al minimo storico, 50 persone risiedono nel capoluogo, così come a Mascioni, l’altra grande frazione”. Si arriva in totale a seicento residenti, di cui circa 200 vivono nei moduli abitativi provvisori, circa 60 in case tornate agibili e una sessantina tra L’Aquila e Scoppito, altri hanno scelto di andare altrove”.

Ortolano: la frazione ancora evacuata, ma presto riaperta

Ortolano intanto, la frazione che ha corso il rischio di scomparire per via delle valanghe, è ancora evacuata, ma “presto sarà riaperta” – anticipa il sindaco Cannavicci. “Manca il sopralluogo della protezione civile e poi si potrà studiare il rientro di qualche famiglia con casa agibile e lontano dai crolli”.

Presidio con ambulanza

Lunedì ci sarà un appuntamento importante, già anticipato in questi giorni, dopo l’incontro tra il presidente della regione D’Alfonso e il manager Asl1 Tordera: l’operatività  di un presidio con ambulanza e infermieria, per dodici ore al giorno.

Viabilità precaria causa frane

“Ieri abbiamo ricevuto anche il primo dei due gruppi elettrogeni” – continua primo cittadino.  Ma l’attenzione di questi giorni è rivolta alla situazione viabilità più che mai precaria: “La strada che da Capitignano porta a Campotosto è chiusa, su questo bisogna lavorare perché quella strada lì è importante per l’inverno, migliore delle Capannelle”.