Montereale, burocrazia e non lavoro i veri terremoti

C’è la neve oggi a Montereale, poca, quanto basta per imbiancare il paesaggio. Un via vai di auto e persone lungo la via principale del centro, la farmacia, l’edicola, la frutteria, il ristorante Thomas, il negozio di scarpe, la banca e il bar.
Tutto aperto. Tutto pare normale e il 18 Gennaio di un anno fa sembra un ricordo lontano.
Le quattro scosse di quella fredda mattina d’inverno, tutte superiori a magnitudo 5, restano lì, nel cassetto dei ricordi.
“Guardiamo avanti e restiamo dove siamo nati e dove abbiamo costruito tutto”.
Lo dicono i residenti che restano e i commercianti che resistono.
Ne abbiamo parlato col sindaco Massimiliano Giorgi che incontriamo a lavoro nella struttura post sisma che ospita il Comune.
“I veri eroi del terremoto sono i titolari dei negozi che tengono vivo questo paese. Aprono al mattino e tirano fino a sera, spesso senza incassare un euro”.
Gli occhi del primo cittadino in questo momento dell’intervista (vedi video) dicono più di ogni parola.
Montereale ha collezionato terremoti e crateri e fatto i conti con uno spopolamento “tipico delle aree interne, ma accentuato dai terremoti. Siamo come un malato che ha dovuto subire interventi continui”.
“Qui manca il lavoro, unica ragione di attrazione e motivo di restare per giovani e famiglie in queste zone. Se non c’è occupazione non può esserci il resto”.
La burocrazia è il male della ricostruzione, così come i commissariamenti. Giorgi si esprime anche su quello che sta accadendo a Campotosto.“Non sono d’accordo sull’arrivo di funzionari che non sono dipendenti regionali”- afferma.
Sulla superstrada L’Aquila-Amatrice: “Sono trent’anni che aspettiamo. Abbiamo scritto all’Anas in modo che so velocizzi l’affidamento dei lavori, che vuol dire anche occupazione, e attendiamo ancora dei pareri dalla Regione. Si dovrebbe partire, ma non si parte”.