Cementificio, sindaci in conclave

Si terrà nel pomeriggio di oggi la riunione tra i sindaci della Valle dell’Aterno – con qualche eccellente eccezione – per affrontare la questione relativa al cementificio, che dallo scorso ottobre ha iniziato a bruciare nel proprio inceneritore, oltre al carbone e metano, anche il Css, Combustibile Fossile Secondario, un derivato della lavorazione di rifiuti urbani.
Esattamente un mese fa, i cittadini dell’Alta Valle dell’Aterno scendevano in piazza per dire no all’utilizzo del CSS nella struttura di Cagnano.
Una manifestazione molto partecipata, con rappresentanti istituzionali provenienti dai comuni limitrofi – tra cui L’Aquila – ma con l’assenza di quelli del Comune di Cagnano.

A preoccupare chi abita in quei territori soprattutto l’impatto ambientale derivante dalla lavorazione del Css senza impianti dedicati. Secondo studi scientifici illustrati dall’Isde Italia (Medici per l’Ambiente), la lavorazione di questa tipologia di rifiuti in impianti non progettati specificatamente per il Css aumenterebbe di gran lunga il derivante l’impatto ambientale, per lavorazioni di per sé già inquinanti. Da qui le preoccupazioni dei sindaci, che si riuniranno oggi pomeriggio per far fronte comune sulla questione.
Inceneritore del cementificio, dalla Regione posizioni contrastanti.
È del 2014 il protocollo d’intesa tra la Regione Abruzzo, il comune di Cagnano e l’allora gestore del cementificio, che di fatto autorizza l’utilizzo del CSS. Un protocollo che aveva destato perplessità, tanto che dalla Regione era stato annunciato un passo indietro rispetto a quel protocollo di intesa. A distanza di qualche anno, qualcosa si è mosso, con la deliberazione di Giunta n°316 del 26 giungno 2017, che esprimeva forte contrarietà alla realizzazione di un inceneritore in Abruzzo, come richiesto dal Ministero ad ogni Regione, secondo il fabbisogno individuato a livello nazionale. La Regione Abruzzo si è quindi opposta con forza a questa richiesta, chiudendo le porte ad altre autorizzazioni riguardanti il Css, anche in impianti dedicati (quindi meno impattanti). Nulla però per quanto riguarda il pregresso, quindi il risultato – dopo la Variante non sostanziale di luglio 2017 che confermava le autorizzazioni del caso – è stato l’avvio, da lì a pochi mesi, dell’utilizzo del Css in parziale sostituzione del carbone da parte del cementificio di Cagnano, di fatto l’unico autorizzato.
Il caso Monselice: il cementificio rinuncia al Css e chiude.
Poco più di un anno fa una situazione analoga si è verificata a Monselice, nel Padovano, dove un cementificio, che pure puntava all’utilizzo del Css, ha chiuso i battenti. Anche in quel caso, il timore che il cementificio, con l’arrivo di derivati dalla lavorazione dei rifiuti urbani, si trasformasse in inceneritore, ha attivato tutta una serie di iniziative da parte delle popolazioni del territorio e degli amministratori, che ha portato la società a rinunciare alle autorizzazioni del caso e a chiudere l’impianto. A questo punto rimane da verificare se per quanto riguarda Cagnano sarà possibile trovare una mediazione a riguardo o si andrà al muro contro muro. La riunione di oggi pomeriggio dirà molto a riguardo.