Centrale Snam, i comitati rilanciano la battaglia

“Torniamo a ribadire la nostra opposizione al progetto della Centrale Snam a Sulmona (L’Aquila), contro il quale siamo in trincea ormai da 10 anni e stiamo conducendo una battaglia civile e democratica”.
Così Giovanna Margadonna, portavoce dei Comitati cittadini per l’Ambiente di Sulmona, a margine della conferenza stampa tenuta a Pescara, insieme al Collettivo Altrementi Valle Peligna, per rilanciare la mobilitazione contro il progetto Rete Adriatica, che prevede la costruzione di un metanodotto lungo quasi 700 chilometri, diviso in 5 lotti, che va da Massafra (Taranto) a Minerbio (Bologna) passando da Sulmona, e la realizzazione di una Centrale di compressione e spinta, che si estenderà su una superficie di 12 ettari, a pochi passi dalla città peligna.
L’iter che riguarda la centrale è separato da quello concernente il metanodotto e la mobilitazione dei cittadini ha assunto i caratteri dell’urgenza dopo che il Consiglio dei ministri, con la delibera del 22 dicembre scorso, ha dato il via libera ai lavori per la realizzazione della Centrale.
“Le criticità fondamentali riguardano l’elevata sismicità del territorio, sul quale dovrebbe insistere sia l’impianto di compressione che il metanodotto – rileva Margadonna -. L’impianto di compressione rilascerebbe 164 tonnellate, tra monossido di carbonio e ossidi di azoto, che rimarrebbero imprigionati all’interno di una valle chiusa, che con il fenomeno dell’inversione termica non consente la dispersione di questi inquinanti e dunque ci troveremmo di fronte ad un grave rischio sanitario per la salute dei cittadini”.
La portavoce dei Comitati mette inoltre in luce
“le ripercussioni economiche per un territorio che già presenta un’economia debole e che ha tra le sue peculiarità l’agricoltura di qualità e il turismo”.
Per rilanciare la battaglia contro la Centrale Snam, il 3 febbraio prossimo si terrà un’assemblea regionale a Sulmona.
“Cercheremo di riunire tutte le realtà che si occupano non solo di questa vicenda
spiega Barbara Giambattista, portavoce del Collettivo Altrementi Valle Peligna –
ma più in generale tutte le realtà degli hub del gas. Noi cittadini, insieme ai Comuni della Valle Peligna, alla Provincia dell’Aquila e alla Regione Abruzzo stiamo ribadendo un fermo ‘no’ alla Centrale, perchè è nociva, non porta lavoro e danneggia il territorio. Visto che l’Europa sta andando verso le rinnovabili, questo investimento è destinato a morire a breve”.