Lavoro, storica sentenza dalla Corte d’Appello

A seguito del decreto legislativo 23 del 4 marzo 2015, le possibilità di reintegro in conseguenza di licenziamento illegittimo erano ristrette a pochissimi casi, lasciando il semplice risarcimento come tutela del lavoratore. Nei giorni scorsi, però, la Corte d’Appello di L’Aquila, come riporta Il Centro, ha emesso una sentenza destinata a creare un precedente importante, riconoscendo, oltre al risarcimento, anche il reintegro sul posto di lavoro per una lavoratrice teatina.
Il licenziamento dal lavoro e il ricorso: una storia giudiziaria che inizia a Pescara.
Era stato contestato un presunto ritardo non giustificato alla lavoratrice licenziata nel 2015 da uno stabilimento balneare pescarese. La donna, tramite il suo legale, l’avvocato Marco Bologna, ha impugnato il licenziamento e chiesto la reintegra, prevista però solo per lavoratori in aziende con più di 15 dipendenti, mentre la donna era formalmente assunta in un’azienda di soli 3 dipendenti. In giudizio, però, è stato dimostrato che la donna si occupava anche di altri compiti, in capo a un’azienda più grande dello stesso gruppo.
La sentenza della Corte d’Appello e la conferma del reintegro.
La Corte d’Appello di L’Aquila si è quindi espressa relativamente al ricorso presentato dalla società contro il reintegro della dipendente, ma i giudici hanno confermato la sentenza del Tribunale del Lavoro di Pescara. «La discussione – ha spiegato l’avvocato Bologna – è stata accesa, anche perché è il primo caso che la Corte ha valutato e avrà valore di indirizzo giurisprudenziale in ambito regionale».