Accord Phoenix, la green economy a km 0

31 gennaio 2018 | 13:27
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Accord Phoenix, la green economy a km 0
Accord Phoenix, la green economy a km 0
Accord Phoenix, la green economy a km 0

Prende corpo ogni giorno di più – dopo un travaglio durato mesi e un cambio di gestione – il progetto di Accord Phoenix, gigante del riciclo e riuso di RAEE che, dopo una lunga formazione di lavoratori del sito aquilano, si appresta a far partire a pieno regime le linee produttive.

“Siamo dei rigattieri” scherza Giuseppe Carrella, presidente di Accord Phoenix.

“Siamo un pezzo di una catena molto più lunga ma anche più corta. A noi arriva merce che non serve più e alla quale cerchiamo di dare nuova vita producendo materie prime. Ma tutto questo ha senso se accanto a noi ci sono altre aziende che prendono queste materie prime e le impiegano per prodotti finiti. Una green economy circolare a km 0, che abbia come protagonisti il rame, l’alluminio e tutto quello che può essere utilizzato per prodotti di alta qualità”.

Accord Phoenix è autorizzata a lavorare 15mila tonnellate di cavi elettrici ed elettronici dai quali vengono prodotte 7000 tonnellate di pvc: oggi sono rifiuti, ma possono avere nuova vita, dal pile alle prese di corrente, dalle scarpe alle stampanti 3D.

“Se ne parla tanto ma di fatto è ancora troppo poco” dice Carrella al microfono di Roberta Galeotti.

“La sensibilizzazione anche da parte dei media è fondamentale. Come si fece con la carta, così si deve far capire, a partire dai più giovani e con progetti che coinvolgano le scuole, che i RAAE non sono scarti e rifiuti, ma devono essere riciclati per dar loro nuova vita.
Ogni macchinario ha un nome di supereroe: un modo per dare meno seriosità al tutto e avvicinarci maggiormente ai più giovani. Hulk è la nostra macchina principale. Thor è il martellatore, Magneto divide, appunto, in maniera magnetica, Eolo aspira tutto dall’ambiente.

Lunedì la presentazione dei macchinari.

Ad essere impiegato nello stabilimento aquilano i lavoratori dell’ex Polo Elettronico per i quali – ammette Carrella – ci sono stati dei problemi linguistici: i tecnici che stanno insegnando ai lavoratori aquilani il funzionamento di queste complesse macchine parlano inglese, francese, tedesco. Un interprete si è reso necessario quasi fin dall’inizio proprio per la delicatezza delle procedure da trasmettere.

L’intervista di Roberta Galeotti a Giuseppe Carrella, presidente Accord Phoenix