Campo Felice, il sopravvissuto: Così mi sono salvato

5 febbraio 2018 | 11:28
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Campo Felice, il sopravvissuto: Così mi sono salvato
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Campo Felice, il sopravvissuto: Così mi sono salvato
Campo Felice, il sopravvissuto: Così mi sono salvato
Campo Felice, il sopravvissuto: Così mi sono salvato

“Avevamo appena iniziato la discesa e all’improvviso è venuto giù tutto. Mi sono trovato sotto un muro di neve. Con tutte le mie forze ho provato a liberarmi, sono riuscito a tirare fuori un braccio. Poi sono arrivati i soccorsi. Ero convinto che Massimo ce l’avesse fatta, non lo immaginavo così lontano da me”. Amerigo Guerrazzi, 58 anni, ingegnere, ricoverato nel reparto di chirurgia dell’ospedale San Salvatore, all’Aquila, è disperato. Lui non si è fatto quasi niente, una contusione all’anca, ma il suo amico di sempre, con cui sciava, correva e andava in bici, non c’è più. Si chiamava Massimo Urbani, aveva 57 anni e amava la montagna. Ha perso la vita anche Massimo Franzè, 55 anni, imprenditore del settore informatico. Tutti e tre romani e tutti e tre innamorati di quella stazione sciistica a un’ora da casa.

I soccorritori sul luogo della slavina

La cronaca e gli aggiornamenti: Slavina fuori pista a Campo Felice, due morti

Gennaro Di Stefano, sindaco di Rocca di Cambio e direttore degli impianti di Campo Felice: “Massimo era arrivato come sempre di buon’ora, con il solito sorriso. Mi ha detto: che bella giornata, andiamo a divertirci un po’. Non pensavo volessero andare fuori pista, non c’erano le condizioni, forse li ha traditi l’eccesso di sicurezza”.
Le salme delle due vittime sono all’obitorio dell’Aquila, in attesa dell’autopsia. La Procura dell’Aquila dovrà valutare anche se esiste una qualche responsabilità per il distacco della valanga. Nel caso l’indagato sarebbe l’unico superstite. .