Picenze e Fagnano, focus su scosse e boati

8 febbraio 2018 | 11:24
Share0
Picenze e Fagnano, focus su scosse e boati

L’ultimo tremolio avvertito, molto simile a una scossa, è di ieri sera a Prata d’Ansidonia. Le segnalazioni da parte dei residenti sono costanti. Un anno fa è nato un gruppo facebook dedicato al fenomeno, dove i membri a qualsiasi ora del giorno e della notte raccolgono informazioni.

L’area interessata è abbastanza vasta e comprende i comuni di Picenze, San Demetrio ne’ Vestini, Prata d’Ansidonia, Fagnano, Fontecchio.

“Al momento attuale crediamo probabile che si tratti di due fenomeni ben diversi tra loro” – spiega Moretti.

I boati di Picenze-San Demetrio e le scosse di Prata d’Ansidonia-Fagnano.

“Nel caso Picenze-San Demetrio immaginate l’effetto che provoca uno sciacquone: tutto ha origine dal movimento di masse di acqua in pressione nel reticolo carsico profondo che genera fenomeni prevalentemente acustici. I violenti tremori di Prata d’Ansidonia-Fagnano sono invece veri e propri eventi sismici, se pur di modesta magnitudo”.

Si tratta, in entrambi i casi, di fenomeni singolari  dovuti alla geologia locale ed alla scarsa profondità degli ipocentri (5-10 km): “Perché se terremoti di così piccola energia venissero avvertiti sempre con tanta irruenza, l’Italia intera sembrerebbe un perenne concerto dei Deep Purple!”
Lo studio, interessante dal punto di vista sismologico, continua e viene tenuto sotto controllo.

Il Caso Prata d’Ansidonia – Fagnano

“L’Ingv ha una stazione sismica a Fagnano e tramite i dati in tempo reale potremmo individuare e studiare le caratteristiche dello scuotimento e dell’onda”.
“Niente di preoccupante” – tranquillizza Moretti. “Ma è da tenere presente che questa mini crisi sismica è localizzata all’apice di quella che è una delle più grandi strutture tettoniche degna di attenzione, quella che porta a Sulmona passando da Fontecchio, Acciano, Raiano. Le pareti bianche che si trovano prima dell’ingresso di Sulmona sono l’espressione superficiale di una grande faglia che prima o poi darà il suo: domani o tra cent’anni o forse duecento”.

ProvinciaAqLe tracce in supreficie delle maggiori strutture profonde delle valli dell’Aterno, Subequana e Peligna

ProvinciaAqLe frecce rosse evidenziano la traccia della rottura della faglia di Acciano, che forma la parte principale e piu evidente del sistema della Valle Subequana, ed è molto ben visibile lungo la strada. Moretti: ” La faglia è con tutta evidenza attiva, ma quello che ci risulta, storicamente non si ricordano terremoti su quella struttura”.

Il Caso Picenze-San Demetrio

I boati, invece, sono altro. Vengono avvertiti da sempre e da sempre ne hanno parlato nonni e bisnonni. “Si fanno più frequenti nei momenti di piovosità o in prossimità della primavera quando la neve si sta sciogliendo”.
Il queste occasioni il grande acquifero sotterraneo si riempie rapidamente e le bolle d’aria che vengono trasportate fuori dai condotti generano rumore. “Fenomeni siongolari, ma non pericolosi”.
Nulla ha a che vedere con le famose grotte sotterranee e artificiali di età preromanica. I crolli dopo il 2009 sono stati diversi in questa parte di città sotterranea che in qualche modo ha bloccato anche la ricostruzione di questa frazione di Barisciano. [Ricostruire sulle grotte, il caso Picenze]
“Oggi purtroppo sono state riempite di macerie: sono state chiuse e massacrate. Questa è una perdita per il patrimonio dell’umanità. inoltre non essendo visitabili non possiamo sapere come siano messe realmente”.

Il geologo Moretti con il suo gruppo di ricerca ha effettuato varie esplorazioni.
“L’esplorazione l’abbiamo fatta, quindi la pianta della vecchia città sotterranea è salva”.
La soluzione macerie non piace a Moretti: “Hanno risparmiato circa mille euro a consorzio, eppure c’erano le famose schiume gonfiabili che avrebbero avuto un effetto di gran lunga migliore visto che sono reversibili: tra cento anni si sarebbe potuto entrare. Invece resteranno solo danni”.