Parco Sirente, il pasticcio degli alberi tagliati

Esultano gli ambientalisti e la Stazione Ornitologica Abruzzese che aveva segnalato «il taglio selvaggio di alberi alle Gole di San Venanzio, nel Parco del Sirente». L’intervento era stato giustificato “per somma urgenza” per la messa in sicurezza della linea ferroviaria.
Taglio alberi, la lettera della Regione: nessuna deroga per somma urgenza.
Come rilevato dagli uffici regionali competenti, le vigenti normative di tutela della Rete Natura 2000 non prevedono deroghe, nemmeno per somma urgenza, per quanto riguardala necessità di avviare la Valutazione di Impatto Ambientale. Da qui la soddisfazione della Stazione Ornitologica Abruzzese: «La Regione ha confermato in particolare che la scelta di operare in somma urgenza per l’affidamento dell’appalto da parte del Genio Civile non implica la possibilità di sospendere addirittura le direttive comunitarie e, in particolare, evitare l’obbligo di sottoporre l’intervento a Valutazione di Incidenza Ambientale. Infatti l’area coinvolta ricade in un Sito di Interesse Comunitario e in una Zona di Protezione Speciale. Ricordiamo che il giorno dopo la selvaggia operazione del Genio Civile di taglio a raso il Parco del Sirente aveva emanato un’ordinanza di blocco dei lavori per mancanza di nulla osta dell’Ente Parco e, appunto, di Valutazione di Incidenza Ambientale.
Augusto De Santis: «Quello che è accaduto alle Gole di San Venanzio è di gravità inaudita».
«Non è possibile trattare così un patrimonio ambientale di enorme pregio anche paesaggistico spendendo tra l’altro circa 55mila euro di fondi pubblici». Duro il commento di Augusto De Santis, che sottolinea: «Gli alberi della vegetazione ripariale sono fondamentali per la vita stessa del fiume e la sua funzionalità ecologica. Quello che sorprende è come sia stato possibile che nessun organo di controllo, ad esempio i Carabinieri Forestali, si sia accorto di quanto stava avvenendo nonostante il taglio riguardasse aree limitrofe ad una Strada Statale, perfettamente visibile da chiunque passasse anche guardando dal finestrino. Non appena abbiamo visto le foto postate su Facebook da un cittadino ci siamo immediatamente allarmati perché era evidente lo sfacelo in corso. Crediamo che dopo i casi di Villavallelonga al Parco d’Abruzzo, di Campo Imperatore nel Parco del Gran Sasso e ora dopo questo scempio al Parco del Sirente serva una riflessione sulla capacità di deterrenza e di sorveglianza che si esercita nelle aree protette in Abruzzo».