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La calata elettorale

12 febbraio 2018 | 12:42
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La calata elettorale

Signore mio, vi confesso che sono rimasta impressionata nel leggere il lungo elenco dei candidati alle prossime elezioni politiche di marzo. È un vero e proprio squadrone di cavalleria.

Mia cara, ringrazia il cielo perché questi mi sembrano abbastanza modernizzati. Infatti, non cavalcano più i variopinti quadrupedi, altrimenti le sale e i palazzetti diventerebbero delle vere e proprie stalle.

Signore, avete ragione. Non sono equini, ma non potete immaginare cosa lasciano quando terminano gli incontri, oggi denominati “abbracci di folla”. Carte, cartucce, pieghevoli, locandine e, soprattutto, quei piccoli “ricordini” che, sulla facciata, riportano la foto a mezzo busto del candidato e, sul retro contengono i dati anagrafici e il simbolo partito a votare. Quando li riportavo a casa, mia madre, inevitabilmente, mi chiedeva quando era morto quel signore.

Carissima, vorrei darti un consiglio allo scopo di evitarti qualche multa. Ricordati che tutto il materiale pubblicitario che troverai nella cassetta delle lettere dovrà essere smaltito con una rigorosa raccolta differenziata. Nei sacchetti deteriorabili di vario colore, che dovrai acquistare a tue spese, visto che l’Azienda Municipale non li distribuisce più, dovranno essere collocati i manifestini elettorali divisi scrupolosamente per Partito. Altrimenti saranno guai seri.

Signore, ma quanti sacchetti dovrei acquistare dal momento che i Partiti sono una infinità.

Cara signora, dovrai acquistare tutti quelli necessari e senza storie, Non pensare di mischiare le carte secondo le coalizioni e gli apparentamenti, perché se i patti non dovessero essere rispettati potresti avere delle conseguenze serie.

Mio adorato Signore, se lo dite voi, non ho motivo di dubitare. Avrei bisogno di sottoporvi una serie di domande per chiarirmi bene le idee. Dal momento che i candidati sono tanti, non credo che tutti abbiano lo stesso quoziente intellettivo, le stesse caratteristiche, la medesima istruzione. Non tutti conoscono le nozioni politiche di base e, quindi, cosa potrebbero fare?

Cara la mia signora, ti rispondo in maniera lapidaria. Non vorrei cercare di giustificare la gran parte delle persone vanesie che girano per i corridoi delle sedi istituzionali. Perciò, tieni a mente quanto sto per dirti: “quelli che sanno, sicuramente fanno”.

Signore, e quelli che non fanno?

Carissima, quelli insegnano.

Signore mio, e quelli che non sanno insegnare?

Mia cara, quelli dirigono.

Signore, e quelli che non sanno dirigere?

Cara la mia vedova, quelli coordinano.

Adorato Signore, e quelli che non sanno coordinare?

Mia cara, quelli supervisionano.

Caro Signore mio, quelli che non sanno, che non insegnano, che non dirigono, che non coordinano, che non supervisionano, chi sono?

Signora mia, adesso hai messo il dito nella piaga e, attraverso le tue insistenti domande, hai fatto centro: “quelli sono i ministri”.

Grazie Signore, ora ho capito finalmente perché le cose non funzionano. Ci sono troppi Ministri, Governatori, Presidenti, Commissari e Sindaci. Mentre scarseggiano quelli che fanno, che insegnano, che dirigono, che coordinano e che supervisionano. Potrei dire, in ultima analisi,  che di bandisti ce ne sono tantissimi, ma la banda non suona perché manca il direttore dell’orchestra.

Cara signora, vedo con piacere che hai realizzato quasi alla perfezione. La tua, attualmente, è soltanto una tesi. La sintesi la potrai elaborare soltanto nella prima decade di marzo, dopo aver acquisito i risultati elettorali. Potresti avere due elementi chiave sui quali lavorare: l’inciucio derivante dai possibili apparentamenti, oppure argomentare in merito alla deplorevole possibilità del ritorno alle urne!

Caro Signore, in parole povere vorreste dirmi che come casco, casco male! Bella prospettiva! A questo punto penso che la migliore soluzione sia quella di richiamare la mia povera anima accanto a voi prima possibile, ancor prima della fiscalizzazione delle onoranze funebri. Ho sentito dire che se non hai dei consistenti risparmi non ti è concesso neppure di morire in santa pace. E così sia.