Politiche 2018

Giorgetti e “la rivoluzione del buon senso”

Giancarlo Giorgetti, vice di Salvini, a L’Aquila per tirare la volata di Luigi D’Eramo e Alberto Bagnai per le politiche del 4 marzo.

Folla delle grandi occasioni in corso Vittorio Emanuele per l’arrivo di Giancarlo Giorgetti, vice di Matteo Salvini, a L’Aquila a sostegno delle candidature di Luigi D’Eramo e Alberto Bagnai. Con loro, il coordinatore regionale, Giuseppe Bellachioma, il coordinatore provinciale Emanuele Imprudente e il coordinatore locale Tiziana Del Beato. Presente anche il sindaco Pierluigi Biondi. A sorpresa, tra il pubblico, l’ex sindaco di Roma e storico leader di An, Gianni Alemanno.

Bellachioma: «Salvini dice cose che tutti pensano, ma non hanno il coraggio di esprimere».

Dopo l’indirizzo di saluto del coordinatore provinciale Imprudente e del sindaco Biondi, è stato il coordinatore regionale Giuseppe Bellachioma a scaldare simpatizzanti e attivisti della Lega: «La vostra presenza così numerosa è sintomo che qualcosa è cambiato, c’è una nuova speranza nell’aria. Alle elezioni del 4 marzo capiremo se gli italiani hanno capito o meno quello che è successo negli ultimi 8 anni, con lo scempio di una politica nazionale, copincollata a livello regionale. Salvini dice cose che milioni di italiani pensano ma non hanno il coraggio di dire. Con la sua determinazione ci farà riprendere l’Italia e la riconsegnerà agli italiani».

lega giorgetti

D’Eramo: «Da 25 anni non ci sono aquilani del centrodestra in Parlamento, è un’occasione unica».

A seguire, l’intervento di Luigi D’Eramo, candidato alla Camera: «Quando abbiamo accettato la scommessa di onorarci di rappresentare la Lega, portando le istanze di Salvini, in molti ci presero in giro, la sinistra ci scherniva. Abbiamo dimostrato che qui ci sono persone con gli attributi [termine lievemente modificato dal redattore] che i problemi sanno affrontarli». Quindi l’affondo contro il centrosinistra: «Dispiace per i giovani del centrosinistra che avevano la possibilità di ripensarsi in questa campagna elettorale, di chiudere con la storia passata. E invece no, si ripresentano sempre gli stessi. Ancora Pezzopane, ancora Cialente. Cosa possono fare ora rispetto a quello che potevano fare e non hanno fatto? Solidarietà agli elettori del Pd costretti a votarli ancora, ma possono cambiare idea e guardare a noi. Ormai siamo noi che portiamo avanti molte battaglie di cui dicevano di volersi occupare, siamo noi che andiamo dai disoccupati, dai commercianti in difficoltà, nelle università. Abbiamo una grande occasione, dal 1992, da 25 anni ormai, che l’elettorato di centrodestra non ha un aquilano in Parlamento; è una grande opportunità che solo votando Lega si può cogliere. Non facciamoci scappare questa chance, andiamoci a prendere quello che ci spetta».

Bagnai: «Governi il territorio chi lo conosce meglio».

«Non per nazionalismo, – ha dichiarato poi il professor Bagnai nel suo intervento – tantomeno per razzismo che non ci appartiene, ma deve governare chi conosce meglio il territorio, senza delegare classi dirigenti distanti. La sinistra, orfana dell’impero sovietico, ha abbracciato l’Unione Europea, con quell’intimo senso di disprezzo verso gli italiani, non pensandoli in grado di governarsi da soli. Non permetteremo che persone che non hanno nessuna idea del nostro territorio ci impongano regole».

lega giorgetti

Giorgetti: «Non è una campagna come le altre, vinciamo per salvare l’Italia».

A conclusione di incontro, l’intervento del vice di Matteo Salvini, Giancarlo Giorgetti: «Ho vissuto dall’inizio l’esperienza della Lega e abbiamo deciso di proporre il nostro messaggio in tutta Italia quando ci siamo accorti che il Paese stava morendo e che quello che dicevamo noi era quello che volevano sentire in tutta Italia. Siamo fieri di aver portato nel programma del centrodestra tutte le nostre idee, ma solo con i nostri candidati potete essere sicuri che gli impegni saranno rispettati, il voto alla Lega non sarà un voto per un governissimo o di compromesso. Questa non è una campagna elettorale come le altre, se il 4 marzo perdiamo, perdiamo la guerra, non una semplice battaglia. Vinciamo per salvare l’Italia».

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