Cementificio, la replica di Aternoaria

«Premettiamo, come sempre, che il comitato Aternoaria non ha mai chiesto la chiusura dello stabilimento ma, anzi, la tutela della salute dei lavoratori impiegati coniugata con la salvaguardia dell’ambiente e della salute dei cittadini». Così dal comitato Aternoaria, in risposta all’amministrazione comunale di Cagnano che nei giorni scorsi aveva inviato alcune precisazioni sul locale cementificio.
Aternoaria: «Il sindaco la pensava come noi».
«Vorremmo innanzi tutto ringraziare il Sindaco – scrivono dal comitato – per averci informato sul fatto che il cementificio si trova a Cagnano Amiterno già dagli anni ’30, epoca nella quale, vista la differente sensibilità ambientale, non si conoscevano di certo i rischi connessi ad una realtà industriale classificata oggi come “insalubre“. Vorremmo altresì ricordare al Sindaco che lei stessa, insieme all’allora minoranza, nel non lontano 2014 riteneva che l’utilizzo del Css all’interno del cementificio di Cagnano avrebbe trasformato “…di fatto il cementificio in un pericoloso inceneritore di rifiuti”. A tal proposito evidenziamo che l’allora assessore regionale competente Mario Mazzocca si disse pronto a rivedere l’accordo sull’utilizzo del Css; il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci dichiarava in merito: “La Giunta rimedi subito, senza se e senza ma, altrimenti farò un casino che la metà basta”». Lo stesso comitato poi cita un intervento dello stesso periodo del futuro sindaco, allora consigliere di minoranza, che insieme ai colleghi di opposizione sottolineava: «La Sacci è tornata all’attacco per bruciare rifiuti camuffati dietro la sigla di Css… e tutto è stato fatto da parte dell’amministrazione comunale in spregio a qualsiasi cautela e trasparenza, non informando i cittadini […]. Mentre la Commissione Europea chiede agli stati membri il completo abbandono del ricorso all’incenerimento, nel prossimo decennio la società Sacci, la Regione Abruzzo e il Comune di Cagnano Amiterno marciano nella direzione opposta, dimostrando cecità e disprezzo per la salute di chi lavora e di chi è rimasto ad abitare le nostre zone montane». Da qui l’ironia del comitato: «E pensare che solo quattro anni fa il sindaco Iside Di Martino la pensava esattamente come noi! Anzi, forse in maniera ancora più drastica! Cosa sarà cambiato?».
Impatto ambientale e controlli, i dubbi di Aternoaria.
«Sulla sostenibilità ambientale della scelta – scrivono inoltre dal comitato – siamo poi totalmente in disaccordo con quanto dichiarato dal Sindaco in quanto il maggiore impatto ambientale dovuto alla combustione dei rifiuti trattati (Css) è certificato da numerosi studi (es: OMS, EPA – Ente Protezione Ambientale Americano, Politecnico di Torino, Studi della Commissione Europea e di studiosi come Bellanger, Deziel, Roberts, etc) che evidenziano la pericolosità dell’utilizzo dei rifiuti nei cementifici in co-combustione col pet-coke. I suddetti studi dimostrano infatti che in tali condizioni si verifica un incremento dell’emissione di diossine, furani e metalli pesanti (in particolar modo il mercurio) tossici e persistenti per l’ambiente nonché cancerogeni per la salute umana. A ciò si aggiunga che si tratta di un progetto definito “sperimentale”: ci sembra veramente immorale trasformare gli abitanti dell’aquilano in cavie umane! In merito ai controlli sbandierati, che a nostro avviso non scongiurano comunque i danni all’ambiente ed alla salute delle persone, preme ricordare che, contrariamente a quanto sostenuto dal Sindaco di Cagnano Amiterno, i controlli (effettuati direttamente dalla Ditta) sono disponibili (parzialmente) soltanto dall’ ottobre 2017 quando invece erano previsti, come da prescrizioni delle varie autorizzazioni integrate ambientali (A.I.A.) rilasciate, “controlli in continuo” (fondamentali e indispensabili per un monitoraggio degno di tale nome) già a partire dal lontano 2001. Rispetto ai controlli aggiuntivi inoltre non ci risulta che ci sia mai stata la minima apertura ad effettuare una valutazione di impatto ambientale (V.I.A.) (richiesta in passato dalla stessa Iside Di Martino allora consigliere di minoranza), nè indagini sul Css in ingresso al cementificio, né indagini sulla “matrice suolo”, né indagini sulle ricadute delle emissioni che potrebbero anche avere un raggio molto vasto, interessando i comuni circostanti e inevitabilmente asili, scuole, case di cura nonché il Parco del Gran Sasso e Monti della Laga che si trova a soli 300mt dallo stabilimento. A proposito della matrice suolo, durante l’ultimo tavolo convocato dalla Regione Abruzzo ci risulta siano stati richiesti dalle amministrazioni presenti un monitoraggio su tale matrice oltre a controlli a campione sul Css in entrata. Queste proposte sono state bocciate categoricamente! Non vogliamo entrare nel merito della polemica con i comuni limitrofi ma non possiamo che rilevare il differente approccio tra i Sindaci ed i Consigli comunali degli stessi (che hanno ascoltato e capito le istanze e le paure degli abitanti del territorio che rappresentano) ed il Sindaco di Cagnano che invece, sebbene ufficialmente invitata a numerose assemblee informative, non ha mai ritenuto opportuno partecipare per spiegare le sue ragioni, né ha ritenuto necessario convocare un consiglio comunale dedicato come richiesto dal comitato e dalla stessa minoranza consiliare di Cagnano Amiterno. Cogliamo ancora una volta occasione per ribadire che il Sindaco, in accordo a quanto sancito dall’art. 32 della Costituzione Italiana è il responsabile della tutela della salute della popolazione del suo territorio ed il Consiglio comunale condivide con lui questa responsabilità. Per assolvere a tale compito si potrebbero adottare provvedimenti contingibili ed urgenti con la finalità di reprimere e prevenire pericoli che minaccino la pubblica incolumità».