
Nonostante la sconfitta del Pd e l’impossibilità di avere un ruolo di rilievo all’interno del prossimo Governo nazionale Luciano D’Alfonso ha deciso di lasciare la Regione per Palazzo Madama.
D’Alfonso: «Onorerò il mandato popolare che ho ricevuto per rappresentare le esigenze dell’Abruzzo a Roma».
«Prendiamo atto di un voto che sancisce la sconfitta della proposta di governo del Partito Democratico. Le nostre ragioni sono apparse più deboli di quelle messe in campo dalle opposizioni di ieri. Certo sorprende la vastità del consenso a forze populiste e antieuropee e lascia non poche preoccupazioni lo scenario che si prepara per il Paese nell’incertezza dei numeri in Parlamento che al momento non lascia intravedere la possibilità di formare un Governo. Senza dubbio i vincitori di oggi, in particolare il Movimento 5 Stelle e la Lega di Salvini dovranno farsi carico di questo onere, dimostrando di saper realizzare quanto promesso nella loro efficacissima campagna elettorale». Questo il commento di Luciano D’Alfonso a margine dei risultati elettorali che comunque lo vedono eletto in Senato. E proprio sull’elezione D’Alfonso chiarisce: «Come sono abituato a fare, onorerò il mandato popolare che ho ricevuto per rappresentare le esigenze dell’Abruzzo a Roma. Non appena la mia elezione sarà convalidata, si aprirà il procedimento previsto dalla norma per risolvere la questione dell’incompatibilità. Sono certo che il Centrosinistra saprà mettere in campo i candidati migliori e più in grado di meritare il vincente consenso degli Abruzzesi già nel prossimo futuro, e in questo senso l’esempio che ci viene proprio oggi da Zingaretti nel Lazio ci è di non poco incoraggiamento».
I tempi per le dimissioni e le nuove elezioni regionali.
A più riprese D’Alfonso aveva espresso la volontà di rimanere in Regione fino a dicembre, portando le elezioni alla scadenza naturale di primavera (dalle dimissioni ci sarebbero comunque 3 mesi per indire nuove elezioni). Come ricordato stamattina dal Capoluogo.it, però, molto dipenderà dai tempi dell’iter per la contestazione dell’incompatibilità, compito delegato alla Giunta delle elezioni. Salvo imprevedibili lungaggini, difficilmente D’Alfonso arriverà a dicembre da presidente della Regione, ma forse i tempi si dilateranno a sufficienza per l’entrata in scena di Giovanni Legnini, da più parti acclamato come potenziale salvatore di un centrosinistra allo sfascio.