Di Stefano, pronti ad occupare le sedi del Pd

Dopo la cocente sconfitta alle politiche, fuori “Renzi e renzini” dal Partito Democratico, lo chiede il coordinatore provinciale del Pd, Pietro Di Stefano.
«Avevo denunciato per tempo, con parole che oggi sono divenute drammatica realtà, – scrive Di Stefano – che merito e metodo non andavano, che la composizione delle liste era un errore madornale, che non si stava facendo il bene dell’Abruzzo. Lo abbiamo fatto col massimo della responsabilità ma oggi, con questo risultato disastroso, non è possibile tacere ma è necessario chiedere conto delle scelte che hanno portato a questo stato di cose. E il brutto risultato dell’Abruzzo è lo specchio peggiore del risultato nazionale con il partito sotto il 19%».
Di Stefano: «Le dimissioni a rallentatore meritano una sola risposta: dobbiamo essere pronti a occupare le sedi del Pd».
«Ora – aggiunge Di Stefano – non c’è tempo da perdere e a coloro che invece di fare i dirigenti di partito, si sono rivelati servitori ossequiosi di un potere centrale teso a cancellare le diversità di idee e di visoni, noi a questi, oggi diciamo: giù le mani dal Pd! Il partito va ricostruito al riparo da padrini e padroni; un grande partito appartiene alla sua gente non alle carriere politiche. Con l’auspicata uscita di scena di Renzi, anche i renzini devono deporre le redini a vantaggio di una forza dove il leader esalta la pluralità del pensiero e mette ascolto alla difficoltà degli italiani. E questa storia delle dimissioni al rallentatore meritano una sola risposta: dobbiamo essere pronti a occupare le sedi del Pd».