Andrea Bafile, alla riscoperta dell’eroe aquilano

12 marzo 2018 | 19:13
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Andrea Bafile, alla riscoperta dell’eroe aquilano

Si sono appena conclusi i primi 4 giorni dei 4 mesi di commemorazione del centenario della morte del Tenente di Vascello Andrea Bafile, Medaglia d’Oro al valore militare, nato a Monticchio di Bagno il 7 ottobre 1878 e deceduto a Cortellazzo (in provincia di Jesolo) il 12 marzo 1918.

Un cartellone ricchissimo di eventi partito venerdì con un convegno e terminato a Guardiagrele con la visita al sacrario dove le spoglie mortali dell’ufficiale di Marina riposano dal 1923 fra le rocce della Majella a Bocca di Valle.

Un eroe attualissimo, grazie al cui tributo la nostra città è comparsa in questi giorni sulle pagine ufficiali della Marina Militare Italiana. Fatto, questo, decisamente lusinghiero e insolito per una terra che poco ha a che fare con tutto ciò che è lontano da montagne ed epicentri.

Andrea Bafile però è un simbolo dell’aquilanità che non si arrende e della visione escatologia del passaggio di ognuno di noi in questa dimensione. La notte tra l’11 e il 12 marzo del 1918 il Tenente, avendo compiuto con successo un’operazione sul Piave, tornò indietro per salvare un suo militare, trovando la morte.

«Un esempio tutto aquilano di abnegazione e sacrificio- racconta al Capoluogo Cesare Ianni, referente del gruppo Jemo ‘Nnanzi -, poiché Andrea Bafile muore sì nell’adempimento del proprio dovere ma soprattutto per salvare una delle vite che gli erano affidate».

Sabato mattina a mezzogiorno davanti all’Auditorium del Parco del Castello, dopo 100 anni, a L’Aquila è stato presentato un busto a grandezza reale raffigurante Andrea Bafile.

Il busto è stato donato alla città dal gruppo di azione civica Jemo ‘Nnanzi e realizzato con il ricavato della vendita del calendario omonimo.

andrea bafile

«La cerimonia è stata molto partecipata, erano presenti le istituzioni, il Sindaco, l’Assessore alla Cultura, Monsignor Antonini e molte associazioni d’arma: l’Aeronautica, la Marina, gli Alpini con il gruppo storico e i Carabinieri. Commovente è stato il contributo dell’Ufficiale della Marina Angelo Zaccagno».

«È stato un onore per un gruppo autogestito e autofinanziato come il nostro poter donare alla città dell’Aquila il busto. La vendita del nostro calendario ha reso possibile questo tributo per la cui sistemazione abbiamo anche presentato una proposta: posizionare il busto, Medaglia d’oro al valore militare, lungo Viale delle Medaglie d’oro, nomen omen, per creare una sorta di Pincio aquilano, un viale dei nostri eroi aquilani. Sarebbe utile e significativo creare una carrellata commemorativa dei personaggi che hanno dato lustro a questa città, una carrellata che porti poi al circuito del castello cinquecentesco».

andrea bafile

Il neroverde del gruppo Jemo ‘Nnanzi, emblematico della missione del popolo aquilano, fortemente voluto come scorta d’onore, nella processione del 2017, al simulacro del Cristo morto, accompagna all’imperitura memoria un eroe che ha incarnato più di un secolo fa lo stesso spirito di impegno e abnegazione.

«Abbiamo cercato di colmare una lacuna in una città dello spessore umano e culturale da sempre, è stato un dovere morale nei confronti di Andrea Bafile se pensiamo che a Jesolo, all’eroe aquilano, sono stati intitolati un busto e un viale da anni. E il destino di questo ufficiale di Marina in fondo assomiglia molto al nostro destino fatto di aspre difficoltà ma di un fine ultimo» prosegue Cesare Ianni.

andrea bafile

“Questo eroe sobrio e taciturno non fu più veduto sorridere dopo la sciagura di Caporetto. Pareva che il suo dolore virile gli avesse reciso intorno alle labbra tutti i muscoli gioiosi e gli avesse rifatto le strette labbra simili a una cicatrice che per chiudersi non aspettasse se non il gelido suggello” scrisse di lui Gabriele D’Annunzio a cui lo legavano le stesse origini abruzzesi e un legame d’amicizia quasi fraterno.

Il “gelido suggello” che proprio dopo la disfatta di Caporetto lo attendeva sul Piave.