2018, fuga dalla Regione

Dalle dimissioni di Di Matteo e Gerosolimo agli ultimatum di Articolo 1, il Pd risponde sul doppio binario del bastone e la carota: D’Alfonso irride i dimissionari, ma Paolucci mette sul tavolo la questione della legge elettorale sollecitata dall’assessore Sclocco. A breve la resa dei conti in Regione.
Dalle dimissioni di Di Matteo e Gerosolimo agli ultimatum di Articolo 1, il Pd risponde sul doppio binario del bastone e la carota: D’Alfonso irride i dimissionari, ma Paolucci mette sul tavolo la questione della legge elettorale sollecitata dall’assessore Sclocco. A breve la resa dei conti in Regione.
Regione: Di Matteo e Gerosolimo si dimettono, ma D’Alfonso ci scherza su: «È una richiesta di immissioni, più che dimissioni».
Ha mostrato i muscoli il presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, all’annuncio delle dimissioni di Donato Di Matteo (che in precedenza era anche uscito dal gruppo del Pd) e diAndrea Gerosolimo: «Mi hanno chiesto delle annunciate dimissioni di due assessori dalla Giunta regionale. Ho risposto che non ho ancora letto la loro missiva e che mi aspetto di trovare in essa una richiesta di immissioni, più che dimissioni». Una risposta irridente che difficilmente sarà piaciuta ai diretti interessati. L’ipotesi è che ci sia poco da ricucire, su quel fronte, e il presidente – lanciato verso Palazzo Madama – avrà voluto mostrare sicurezza nel delicato momento in Giunta. Dall’altro, però, il governo regionale e il Pd sembrano volersi tenere buoni almeno gli alleati di Articolo 1- Mdp.
Paolucci, adesso la legge elettorale.
«Ci daremo un itinerario, a partire da temi quali la necessaria legge elettorale e l’eredità imponente di progetti e risorse finanziarie gigantesche che sono state ricordate dal presidente Luciano D’Alfonso». Così l’assessore Silvio Paolucci ha rimesso sul tavolo politico la questione della revisione della legge elettorale, fortemente invocata dall’assessore Marinella Sclocco, con la minaccia di uscire dalla Giunta. Un segnale importante per gli alleati di Articolo 1 Mdp, che – con il coordinatori regionali Tommaso Di Febo e Fabio Ranieri, lo stesso assessore e il sottosegretario Mazzocca – restano in attesa: «La crisi politica in Regione è oramai sotto gli occhi di tutti. Il pessimo risultato elettorale di tutte le forze di centrosinistra e di sinistra alle elezioni politiche del 4 marzo ha avuto in Abruzzo un dato di particolare gravità anche dovuto, inutile negarlo, ad un giudizio negativo su buona parte delle attività della Regione. I problemi esistono da tempo e da tempo ci eravamo sforzati di segnalarli, chiedendo che si facessero riunioni di coalizione per aprire un nuovo percorso politico ancorato a punti chiari e urgenti per i cittadini abruzzesi a livello programmatico e ad un metodo di lavoro diverso nella gestione dell’ente fatto di collegialità nelle scelte che è totalmente mancata. Oggi occorre valutare se in questo scorcio finale di legislatura ci siano ancora margini per un’inversione di tendenza nelle priorità del governo regionale e nel suo modello di guida. Valuteremo le nostre azioni e le nostre proposte, insieme a tutto il gruppo dirigente territoriale, a seguito di questi non più rinviabili approfondimenti con le altre forze politiche di maggioranza». Basterà l’apertura di Paolucci a evitare ulteriori “fughe”?
Intanto sulla questione si è espresso anche il consigliere regionale del M5S Domenico Pettinari : «La necessità di varare una nuova legge elettorale regionale, cela la grande paura del PD di affrontare nuovamente il voto degli abruzzesi e il disperato tentativo di inserire qualche norma capestro per ostacolare la vittoria del M5S Stelle alle prossime elezioni. Mentre i membri della sua maggioranza si dimettono uno dopo l’altro, il Presidente/senatore D’Alfonso non riesce a far meglio di trovare una nuova foglia di fico con la quale tentare di prorogare sino al 2019 l’agonia istituzionale della Regione».