Belvedere, dalla costruzione lampo all’attesa infinita






Il ponte Belvedere figura nell’albo delle priorità del comune visto che fa parte delle opere già finanziate con soldi in cassa che, se non ci saranno intoppi, potranno essere portare a termine in un paio d’anni. Per il ponte ci sono 2 milioni di euro.
Con via XX Settembre interamente percorribile insieme a viale Persichetti, lungo il quale sabato scorso sono stati inaugurati e nuovi locali della Banca Gran Sasso d’Italia, la necessità del tratto che riconduce su viale Duca degli Abruzzi si sente ancora di più.
Il ponte Belvedere figura nell’albo delle priorità del comune visto che fa parte delle opere già finanziate con soldi in cassa che, se non ci saranno intoppi, potranno essere portare a termine in un paio d’anni. Per il ponte ci sono 2 milioni di euro, ciò che serve è spingere sull’acceleratore per portare a termine per l’ultimazione della progettazione, che prevede il completo rifacimento della campata, ovvero la parte alta del ponte, senza che vengano abbattuti e sostituiti i pilastri.
Il ponte sarà rifatto
La giunta comunale, con una delibera di dicembre scorso, ha approvato una modifica ai lavori di consolidamento architettonico del ponte di Belvedere.
La soluzione riguarda l’approvazione del progetto che prevede la sostituzione della campata esistente con una nuova in acciaio e calcestruzzo armato. In seguito alla relazione del Responsabile unico del procedimento la giunta ha accolto la proposta avanzata dallo “Studio Romolini”.
Ponte Belvedere, un pò di storia
Era il 27 maggio 1966 quando su Ponte Belvedere venivano effettuate le ultime prove di carico prima dell’apertura ufficiale al traffico della città. L’opera finanziata dalla Cassa per il Mezzogiorno e progettata da un gruppo di noti professionisti gli ingegneri Aldo Arcangeli, Enrico Lenti ed Emilio Tomassi, fu realizzata dall’impresa aquilana di Pasquale Martella. “Il ponte ha unito le due sponde della città, è stato costruito per collegare le due colline” – dichiara l’ingegnere Martella a IlCapoluogo.it. Don Pasquale, così viene chiamato da tutti in città, oggi ha 93 anni e ricorda quei momenti con l’emozione di chi ha guidato le fasi costruttive dell’opera fino al collaudo, passo dopo passo.

Il ponte fu realizzato in circa due anni. La sicurezza veniva prima di tutto, se servivano sei sacchi di cemento io ne utilizzavo otto per stare tranquillo!” – ricorda scherzosamente. E gli studi effettuati dopo il terremoto dalla facoltà di Ingegneria dell’Università dell’Aquila e coordinati dal professor Dante Galeota lo confermano: “il ponte non ha subito gravi danni strutturali”, lo confermano le prove di carico per testare la resistenza con quattro autotreni, ognuno da 40 tonnellate. Il risultato è stato positivo tanto che il lavoro sul ponte non sarà invasivo e richiederà solo qualche mese.
[L’Aquila 1966… il Ponte Belvedere (i 50 anni del ponte) di Maria Luisa Martella e Michele Patucca. Video realizzato in occasione dei 50 anni del Ponte Belvedere con immagini inedite]