Parlano i Familiari delle Vittime

Livorno, Treviglio, San Giuliano Di Puglia, Viareggio e L’Aquila. I familiari delle vittime si ritrovano in occasione del nono anniversario del sisma.
[Di GaiaDi Bartolomeo, Elena Ciancone e Giorgia Chiummiento, IV B Liceo delle Scienze Umane. Studenti in redazione – Alternanza Scuola Lavoro]
L’incontro è stato aperto con un momento di silenzio in onore delle vittime di Livorno e Treviglio. “La giustizia è forte con i deboli e debole con i forti” queste sono state le parole di un papà, intervenuto per primo, testimone della tragedia di San Giuliano in Puglia. Dopo di lui Marzia Foglietta ha parlato della legge europea da applicare entro il 2020 che volge a rendere resilienti i cittadini, ma anche del fatto che ad oggi non ci sono figure in grado di portare avanti un discorso di prevenzione. Subito dopo hanno parlato Arianna De Lellis del Comitato scuole sicure L’Aquila e Silvia Frezza della Commissione “Oltre il MUSP”.
La prima ha portato avanti temi delicati quali la responsabilità e l’etica, intese come le capacità che ci metterebbero nella condizione di non dover chiedere giustizia dopo un evento; la seconda ha messo in evidenza come, dopo nove anni dal sisma, siano appena cominciati i lavori di ricostruzione della prima scuola pubblica e che prevedono la riconsegna della struttura tra due anni. A chiudere è stato il sindaco di Longarone, Roberto Padrin, che ha portato una testimonianza di quella che è stata ed è tutt’ora la situazione in cui si trova il suo comune a seguito del Disastro del Vajont. Di seguito c’è stata la V° edizione della Cerimonia di premiazione dell’associazione Avus. Si tratta di un premio che va alla migliore tesi sulla prevenzione sismica, per far capire che è l’etica a dover comandare e non il profitto. Eugenio Coccia lo ha definito un “tentativo di rilanciare L’Aquila all’insegna della ricerca, della condivisione e dell’innovazione”. Umberto Braccili, giornalista rai e autore del libro “Macerie dentro e fuori” ricorda due dei cinquantaquattro studenti fuori sede morti nel sisma del 2009: Ilaria Lannutti e Maurizio Natale. Il papà di Ilaria, Angelo, aveva evidenziato i un’intervista come la perdita di un figlio sia qualcosa talmente contro natura che non esiste nemmeno un termine per definire questa situazione; mentre la fidanzata di Maurizio ha proposto in una lettera tutti quelli che sarebbero stati i sogni del fidanzato per i futuri 10 anni che non ha avuto l’opportunità di vivere.Successivamente hanno richiamato sul palco Ilaria Capanna per una panoramica della tesi che trattava della risposta sismica delle strutture snelle in muratura e le hanno consegnato ilpremio.L’incontro continua con l’intervento dell’associazione “Il sorriso di Filippo” fatto dai genitori dello stesso Filippo, morto nel recente terremoto di Amatrice a soli 22 anni. Il padre dichiara che è necessaria una presa di coscienza di queste tragedie affinchè esse non debbano ogni volta annoverare un elevato numero di vittime. Conclude poi con un appello allo Stato e ai cittadini chiedendo prevenzione ed educazione etica nei confronti di questi fenomeni. Poi, è intervenuto un superstite dell’alluvione di Sarno, Roberto Robustelli, accompagnato dal figlio di 5 anni e ci parla di come sia possibile iniziare una nuova vita e si batte anche lui per portare avanti il discorso della prevenzione, pur definendo l’Italia un Paese accomunato dal dissesto. In seguito ha preso la parola Marco Piagentini, un sopravvissuto alla strage di Viareggio del 29 giugno 2009, quando un treno deragliò e prese insieme ad una cisterna di gas. Accusa il fatto che le ferrovie italiane siano ancora in condizioni critiche avendo un indice di rischio alto per quanto riguarda il trasporto delle merci pericolose. Infine prende in esame il concetto di consapevolezza e della non delegazione. A seguire interviene Nicola Rosetti, un rappresentante dell’associazione “Io sono 141”, creata dopo il disastro di Moby Prince del 10 aprile 1991. Lancia un messaggio di speranza, dato che i responsabili dell’accaduto sono stati accertati e si è fatta giustizia. L’ultimo a parlare è stato Renato che fa parte di un movimento che si occupa dell’inquinamento e della contaminazione dell’acqua. Lui parla di un’economia di saccheggio e devastazione dovuta al fatto che molti politici si approfittano delle varie circostanze e cerca solo di trarne un profitto. Bisogna, quindi, cambiare la prospettiva e rivolgendosi ai cittadini dice che essi devono prendere in mano le situazioni e quindi, bisogna istaurare uno stretto contatto con la gente e sensibilizzare l’opinione pubblica.