Asl abruzzo

L’Aquila provincia con più carenza di personale

La provincia dell’Aquila è la più penalizzata in termini di carenza di personale Asl. L'organico ha il 17,25% in meno delle unità lavorative necessarie.

La provincia dell’Aquila è la più penalizzata in termini di carenza di personale Asl.

Questo è quanto risulta dall’analisi dei dati raccolti dalla Fp Cgil della provincia dell’Aquila e dalla Cgil regionale da cui emerge appunto una carenza di personale in tutte le quattro Asl provinciali, con una situazione allarmante per quanto concerne la Asl n. 1 Avezzano-Sulmona- L’Aquila.

Infatti le dotazioni organiche delle quattro Asl risultano determinate come di seguito:

Asl Avezzano-Sulmona- L’Aquila 4053 unità lavorative,

Asl Pescara 3449 unità lavorative,

Asl Teramo 3558 unità lavorative,

Asl Lanciano-Vasto- Chieti 5215 unità lavorative.

Rispetto a questi dati il personale in servizio è rispettivamente:

per L’Aquila 3354 unità con 699 unità lavorative carenti (-17,25%),

Pescara 3158 con 291 unità carenti (-8,44 %),

Teramo 3043 con 515 unità carenti (-14,47%) e

Chieti 4543 con 672 unità carenti (-12,89%), con
una percentuale media di mancanza di personale stimabile intorno al 13,38% riferita alla dotazione di personale.

Da qui una condizione assolutamente inaccettabile, dove la provincia dell’Aquila risulta essere la più penalizzata.

A compensare parzialmente tale carenza si è ricorso in questi anni a centinaia di contratti di lavoro precari, che in molti casi vengono prorogati mese per mese, privando gli stessi lavoratori di certezze di continuità lavorativa.

Il dato diviene ancor più allarmante se osserviamo l’estensione territoriale delle quattro provincie, il numero degli abitanti e la densità di popolazione.

Infatti la provincia dell’Aquila ha un’estensione di 5047 km 2 con una popolazione pari a 300.409 abitanti e una densità di 59,52 abitanti/km 2 per 108 comuni;

Pescara si estende per 1230 km 2 con una popolazione di 319.936 abitanti e una densità di 260,04 abitanti/km 2 per 46 comuni;

Teramo ha un’estensione di 1958 km 2 con una popolazione di 308.631 persone e una densità di popolazione di 157,92 abitanti/ km 2 per 47 comuni;

Chieti si estende per 2599 km 2 con una popolazione di 387.649 abitanti e densità di 149,12 abitanti/km 2 per 104 comuni.

Se rapportiamo il dato sul personale in servizio alla vastità territoriale risulta per l’Aquila 0,66 unità lavorative per km 2 , per Pescara 2,56 unità/km 2 , per Teramo 1,55 unità/km 2 , per Chieti 1,74 unità/km 2 .

Si determina
pertanto uno stretto legame tra sistema sanitario/assistenziale e la rete di collegamento tra i territori, carenti
entrambi di una prospettiva di investimenti e sviluppo.
In Regione Abruzzo circa il 50% del personale assunto nelle quattro Asl, in tutte le categorie professionali, ha un’età
media compresa tra i 50 e i 64 anni, tale condizione è il risultato del blocco delle assunzioni volute dai governi degli
ultimi 10 anni e dal piano di rientro della Regione Abruzzo.

«A quanto pare per la nostra Regione contano più le dinamiche di bilancio che non una politica di maggiore occupazione e di servizi prestati alla collettività – commentano i responsabili di CGIL Abruzzo FP-CGIL Abruzzo –. In sanità non serve una politica di contenimento della spesa ma sono necessari investimenti, soprattutto in un’ottica di integrazione Ospedale-Territorio ad oggi gravemente carente. Conseguenza di tale situazione è certamente la continua violazione delle norme sui riposi obbligatori, il ricorso inappropriato al lavoro straordinario, il concreto rischio di demansionamento per il personale che deve garantire diverse attività non proprie della categoria di appartenenza, l’aumento delle liste di attesa per i cittadini, l’aumento della mobilità passiva verso altre regioni con conseguente aumento di spesa a carico dei malati e dei contribuenti.»

«In virtù di quanto appena rappresentato, si ritiene pertanto necessario e indispensabile effettuare una congrua valutazione dell’effettivo fabbisogno di personale da parte della Regione, al fine di rimodulare il conto economico necessario per poter procedere alle stabilizzazioni e alle assunzioni di nuovo personale. La nostra organizzazione sindacale, in assenza di azioni concrete volte alla risoluzione delle enormi problematiche, comunicano sin da ora che attiveranno ogni forma di protesta e ogni iniziativa di lotta a difesa del diritto al lavoro e alla giusta retribuzione del personale, inoltre tornano a chiedere una tutela maggiore per i tanti lavoratori precari che rischiano di vedersi precluso il loro diritto alla stabilizzazione, dopo anni di servizio prestato, a causa delle insufficienti risorse poste nel conto economico programmatico 2018-2020 dalla giunta regionale a copertura delle spese del personale.»

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