Proroghe, Santa Croce diffida la Regione

Nuova offensiva legale della società Santa Croce, ex concessionario della sorgente Sant’Antonio Sponga di Canistro (L’Aquila), che ha inviato diffide legali e accessi agli atti sulle procedure legate ai due bandi delle importanti concessioni «caratterizzate da ritardi e illegittimità» per «vedere riconosciuti i propri diritti e tornare ad imbottigliare in regime di proroga in attesa dell’espletamento del bando, acqua minerale a Canistro, come accade per la la Gran Guizza spa, nella sorgente Valle Reale di Popoli (Pescara) e San Benedetto in Perillis (L’Aquila)».
Colella, patron di Santa Croce: «Denunciamo due pesi e due misure».
«Ancora una volta – scrive in una nota Camillo Colella, patron della società – denunciamo i due pesi e le due misure che la Regione sta attuando nei miei confronti rispetto a due concorrenti. Questo non fa altro che aumentare la portata del risarcimento danni che tra breve si troverà a contrastare l’ente Regione che farà pagare gli abruzzesi i comportamenti amministrativi scorretti». La Santa Croce ha chiesto un’autorizzazione provvisoria all’imbottigliamento in attesa della definizione della gara datata 15 dicembre 2016. Inoltre, l’ex concessionario ha chiesto che vengano dichiarati scaduti i termini della procedura per la concessione definitiva della sorgente Sant’Antonio Sponga di Canistro «per le inadempienze ed i ritardi del gruppo Norda, dal marzo dello scorso anno aggiudicataria provvisoria della concessione ancora molto lontana dal rispettare le prescrizioni e in rotta di collisione con la Regione, con la quale ha un contenzioso al Tar essendo in disaccordo con il passaggio del progetto alla procedura Via».
Santa Croce, la riunione della discordia.
«Poi, – aggiungono dall’ufficio stampa della società – la Santa Croce ha fatto richiesta di accesso agli atti per verificare la legittimità della partecipazione delle persone presenti alla riunione tecnica, un summit per fare il punto della situazione sul bando Sant’Antonio Sponga, convocata in Regione il 26 marzo scorso, e sulla conferenza di servizi del 12 aprile scorso indetta dall’ente perfetto sbloccare la situazione di impasse “finita con un nulla di fatto”. Nei giorni precedenti a questa riunione, la società di Colella aveva diffidato la Regione ad effettuarla perché non prevista dalla legge. “Non si possono bloccare gli imprenditori con procedure molto dubbie – denuncia Colella -. Faccio appello alla buona politica per fare giustizia su due procedure che vedono il vice presidente della Regione Giovanni Lolli e il dirigente competente Iris Flacco, autori di atti amministrativi e politici che mi hanno a dir poco danneggiato in maniera gratuita. I nodi stanno venendo al pettine. Faccio appello anche al Garante sugli appalti, alla Corte dei conti perché intervenga sul danno erariale”. La nuova offensiva legale è curata dagli avvocati Claudio e Matteo di Tonno del foro di Pescara, Roberto Fasciani, di Avezzano, e Giulio Mastroianni, di Roma».
I tre fronti di azione legale.
«La prima azione è volta a chiedere alla Regione Abruzzo di concedere una proroga alla Santa Croce al fine di poter tornare ad imbottigliare nel suo stabilimento di Canistro, non solo l’acqua che sgorga dalla sorgente minore Fiuggino, come avviene da qualche settimana – anche qui dopo un duro contenzioso – ma anche quella della sorgente principale, la Sant’Antonio Sponga, inutilizzata da oltre due anni, dopo la revoca della concessione a seguito di un ricorso del Comune di Canistro, che ha portato all’annullamento del bando regionale vinto dalla società di Colella, con conseguente blocco della produzione e licenziamento di circa 75 dipendenti. Nella diffida, la Santa Croce chiede “parità di trattamento” con la diretta concorrente nel bando per la concessione della sorgente Valle Reale di Popoli (Pescara), e san Benedetto in Perillis (L’Aquila), ovvero la Gran Guizza spa. […]La seconda iniziativa legale è rappresentata da una perentoria richiesta di archiviazione del procedimento previsto dall’articolo 27 bis del decreto legislativo 152 del 2006, ovvero il procedimento autorizzativo unico regionale, avviato il 1 febbraio, finalizzato alla eventuale concessione definitiva della sorgente Sant’Antonio Sponga alla Norda spa. Questo perché i termini previsti dalla legge sono abbondantemente scaduti. La conseguenza dell’archiviazione sarebbe di fatto la revoca dell’aggiudicazione provvisoria delle sorgenti Sant’Antonio Sponga alla Norda, e la necessità di indire un nuovo bando. […]La terza iniziativa è invece rappresentata da un’istanza indirizzata al direttore regionale del dipartimento Opere pubbliche Emidio Primavera e al dirigente regionale Franco Gerardini: la Santa Croce fa richiesta di accesso agli atti relativamente al verbale della riunione tecnica tenutasi in L’Aquila il 26 marzo, sempre nell’ambito della concessione della sorgente Sant’Antonio Sponga, per avere contezza dei nominativi di tutti i partecipanti, e conferma innanzitutto di quanto riferito dall’assessore del comune di Canistro Ugo Buffone ad un organo di stampa relativamente alla partecipazione alla riunione della dirigente regionale del servizio Risorse del territorio e attività estrattive Iris Flacco. Presenza non ammissibile, se fosse confermata, in quanto la dirigente, che è stata citata in giudizio dalla Santa Croce per sue affermazioni considerate diffamatorie ad un organo di stampa, non può più occuparsi di procedimenti e provvedimenti che riguardano direttamente o indirettamente la società, come disposto il 20 marzo scorso da un provvedimento dell’Avvocatura regionale, in quanto nell’operato della Flacco si potrebbe ravvisare un potenziale “conflitto di interesse”».