Inceneritori, la palla passa al Consiglio di Stato

26 aprile 2018 | 18:42
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Inceneritori, la palla passa al Consiglio di Stato

I giudici del Tar del Lazio si sono espressi sul ricorso depositato dall’associazione Verdi Ambiente e Società e dall’associazione Movimento Legge Rifiuti Zero per l’Economia Circolare contro la parte del decreto Sblocca Italia che prevede inceneritori per ogni Regione. Proprio in relazione al decreto, il Governo aveva impugnato il Piano rifiuti della Regione Abruzzo, che negava l’utilità e la disponibilità alla reazlizione dell’inceneritore. Il Tar ha inteso interessare il Consiglio di Stato, in quanto per lo Sblocca Italia emergerebbero contrasti con le normative comunitarie e difformità relative alle gerarchie sulla gestione rifiuti.

Mazzocca esulta: «Detesto esclamarlo, ma lo avevamo detto».

In occasione dell’inaugurazione del PalaComieco a L’Aquila, il sottosegretario con delega all’Ambiente, Mario Mazzocca, si era detto ottimista riguardo al piano rifiuti regionale, nonostante lo stesso fosse stato impugnato dal Governo: «La Regione ritiene di aver ragione e si sta opponendo con piena cognizione di causa; se non ci sono sorprese o imprevisti di varia natura la Regione vincerà questa battaglia». La battaglia non è ancora conclusa, ma la decisione del Tar va nella direzione auspicata: «L’ordinanza del TAR del Lazio pubblicata ieri – scrive infatti oggi Mazzocca – rappresenta una conferma delle tesi da noi sostenute nel difendere la coerenza del nostro piano di gestione integrata dei rifiuti con i principi dell’economia circolare che sono alla base della legislazione europea. Quando, a commento della decisione del Governo di osservare il nostro piano di gestione dei rifiuti, definii Gian Luca Gallettiil peggior ministro dell’ambiente della storia repubblicana, non mi sbagliavo di certo e ogni giorno emergono motivi per confermare questo poco lusinghiero giudizio». In sostanza i giudici europei dovranno pronunciarsi, tra l’altro, sulla corretta attuazione della gerarchia di trattamento dei rifiuti (riduzione-riutilizzo-recupero) che prevede solo in ultimo lo smaltimento, visto che i 40 impianti autorizzati non prevedono alcun recupero di energia, sulla mancata esecuzione della VAS, del tutto ignorata dal Ministero senza alcuna motivazione accettabile e sull’errato calcolo del presunto fabbisogno residuo di incenerimento basato su dati male interpretati o gonfiati, come nel caso dell’Abruzzo. «Faremo valere questa ordinanza – conclude Mazzocca – davanti alla Corte Costituzionale che dovrà pronunciarsi sul Piano Rifiuti della Regione Abruzzo, sollevando la questione della legittimità della norma in base alla quale il Governo ha impugnato la nostra legge regionale».