Cementificio, i comuni diffidano la Regione

Utilizzo del Css nel cementificio di Cagnano Amiterno, i sindaci dell’Alta Valle dell’Aterno diffidano la Regione.
Prosegue la lotta delle amministrazioni comunali dell’Alta Valle dell’Aterno contro l’utilizzo del Css (Combustibile solido secondario, ottenuto anche con una componente di rifiuti urbani) nel cementificio di Cagnano Amiterno. I sindaci dei comuni che hanno approvato in Consiglio il documento per chiedere maggiori controlli e certezza per quanto riguarda l’impatto ambientale e sanitario delle lavorazioni alzano il tiro e diffidano la Regione. Tra questi, i comuni di Montereale, Pizzoli, Barete, Tornimparte e L’Aquila. Il comune di Cagnano, invece, resta sulla sua posizione. Come già spiegato ai microfoni del Capoluogo.it dal sindaco Iside Di Martino, «la nostra amministrazione si è già attivata per chiedere tutti i controlli del caso, inoltre abbiamo incaricato anche l’Università di avviare una commissione di studio e indagini aggiuntive»
Cementificio, stop alla lavorazione del Css. La diffida.
Con un documento firmato da tutti i sindaci dei comuni interessati dall’impatto ambientale delle attività del cementificio, che in precedenza avevano approvato in Consiglio un documento per chiedere chiarezza sull’impatto ambientale della lavorazione del Css, si chiede alla Regione di sospendere l’autorizzazione in Aia relativa alla lavorazione dello stesso Css all’interno del cementificio di Cagnano.
Dopo la diffida, i comuni si riservano azioni legali.
È di 7 giorni il termine perentorio previsto dalla diffida. Se nel giro di una settimana dal governo regionale non arriveranno risoste, i comuni si sono riservati la possibilità di adire le vie legali.