Contrada Cavalli, ‘Siamo ostaggi dei cinghiali’

9 giugno 2018 | 08:06
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Contrada Cavalli, ‘Siamo ostaggi dei cinghiali’

Sembra una storia senza fine quando si visita questa zona a due passi dal centro dell’Aquila ai piedi della collina di Roio: coltivazioni martoriate e residenti ostaggi di un fenomeno che pare essere irrisolvibile.

Sembra una storia senza fine quando si visita questa zona a due passi dal centro dell’Aquila ai piedi della collina di Roio: coltivazioni martoriate e residenti ostaggi di un fenomeno che pare essere irrisolvibile.

“E’ probabilmente l’annata peggiore di sempre” – la denuncia arriva da Ivana Evangelista che a Contrada Aquilio ci vive e si dedica alla coltura del grano e dei ceci.

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“Probabilmente spinti dalla fame i cinghiali sono arrivati molto prima quest’anno, distruggendo il campo di grano dopo la semina”.

Questi danni si sommano a quelli dello scorso anno

“Non ancora risarciti perché non ci sono i fondi a sufficienza. Con tutti i soldi che dovrebbero risarcire farebbero molto prima a limitare il fenomeno, ci sarebbero meno problemi su ogni fronte”.

Dall’inizio di aprile i cinghiali sono scesi a valle e con loro sono cominciati i problemi: “Ho informato la polizia provinciale che ha ucciso un cinghiale il 21 aprile durante una battuta notturna, ma questo non ha risolto il caso”.

I cinghiali raggiungono le due contrade ogni sera tra le 21,30 e le 22,30, dando inizio a una nottata di disagi.

Ivana insieme al figlio e al marito deve proteggere le sue coltivazioni: “Ci mettiamo in auto o sul trattore e perlustriamo la zona, cerchiamo di allontanarli in questo modo anche se è pericoloso”.

Tre sere fa Ivana ha rischiato di essere aggredita: “Quando ho aperto lo sportello dell’auto mi sono ritrovata un branco davanti. Aumentano a dismisura. Non si può vivere così. Non pretendo che la polizia provinciale intervenga tutte le sere perché il loro campo d’azione è molto vasto, ma noi dobbiamo risolvere il problema dei danni e della sicurezza. Tutte le notti, fino all’una, restiamo svegli e fuori casa a fare la guardia“.

Libertà di abbattimento?

“Le strutture preposte per l’intervento sono tantissime, ma non sufficienti a svolgere bene il lavoro. Allora credo che sia arrivato il momento di lasciare libertà di abbattiento, soprattutto a chi i campi li ha a una manciata di metri dalla propria casa”.