Violenza sessuale, droga e rapine, 9 arresti

13 giugno 2018 | 08:56
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Violenza sessuale, droga e rapine, 9 arresti

Violenza sessuale, rapina, droga e ricettazione, 9 arresti e 24 perquisizioni eseguite dalla Polizia nei confronti di extracomunitari richiedenti asilo.

Dall’alba di questa mattina, personale della Squadra Mobile della Questura di L’Aquila, in collaborazione con altre unità investigative delle Squadre Mobili del Centro Italia, sta eseguendo, nel capoluogo abruzzese nonché ad Avezzano, Sulmona, Roma e Firenze, 9 arresti e 24 perquisizioni, emesse dalla Procura della Repubblica di L’Aquila, a carico di soggetti extracomunitari (Gambia, Ghana, Nigeria, Costa d’Avorio, Niger e Mali) richiedenti asilo, indagati per i reati di rapina, violenza, sessuale, droga e ricettazione.

La conferenza stampa: sgominata gang di richiedenti asilo dedita a spaccio e ricettazione. L’avvio delle indagini a seguito di un tentativo di violenza sessuale. Arresti e perquisizioni tra L’Aquila, Sulmona e Avezzano.

Avevano organizzato un gruppo criminale dedito allo spaccio di droga e alla ricettazione, la polizia sgomina una banda di extracomunitari richiedenti asilo: 9 arresti e 24 perquisizioni eseguite dalla polizia.

«Questa indagine è servita a mettere dei paletti tra alcuni extracomunitari che mettevano in atto azioni criminali e altri richiedenti asilo che invece ci hanno aiutato nell’indagine». Così il capo della Squadra Mobile della Questura dell’Aquila, il vice questore Tommaso Niglio, questa mattina in conferenza stampa insieme al vice commissario Benedetta Mariani della Sezione Criminalità diffusa extracomunitaria, per illustrare l’operazione che ha portato all’arresto di 9 cittadini extracomunitari richiedenti asilo. Parlavano in dialetto stretto delle terre d’origine (mandingo, wollof e broken english, quest’ultima una variante dell’inglese con contaminazioni dialettali proprie degli indagati) per eludere le intercettazioni, ma non avevano fatto i conti con la parte sana degli stessi richiedenti asilo che hanno collaborato con la polizia, traducendo in italiano le conversazioni. Così è stata sgominata una banda dedita allo spaccio e alla ricettazione di telefoni rubati.

La gang dei richiedenti asilo, l’indagine avviata da un tentativo di violenza sessuale.

Come spiegato dal dottor Niglio, le indagini sul gruppo criminale sono partite da un tentativo di violenza sessuale ai danni di una donna aquilana di 26 anni, accaduto a fine 2017. La donna era stata rapinata e costretta a raggiungere un casolare abbandonato, dove un uomo ha tentato di violentarla. Per fortuna la donna è riuscita a fuggire. Da lì le indagini che hanno scoperchiato uno scenario più complesso. All’interno di un centro di accoglienza dell’Aquila si era infatti creato un gruppo criminale, formato in gran parte da persone provenienti da Gambia, Ghana, Nigeria, Costa d’Avorio, Niger e Mali, dedito allo spaccio di stupefacenti e alla ricettazione di telefonini rubati. Nove gli arrestati (5 in carce e 4 trasferiti in provincia di Chieti con obbligo di firma) e 24 le perquisizioni effettuate. In tutto sono 33 gli indagati, 31 dei quali richiedenti asilo e 2 cittadini marocchini. Un uomo è ancora ricercato.

polizia niglio

I trasferimenti e i contatti con Roma e Firenze per l’acquisto di droga.

Dall’Aquila, il gruppo era stato poi diviso, per alcuni trasferimenti, ma gli indagati hanno continuato a delinquere nei luoghi in cui erano stati trasferiti: Avezzano e Sulmona. Dalle tre città abruzzesi, il gruppo criminale aveva contatti anche con Roma e Firenze, per l’approviggionamento della droga da rivendere. A L’Aquila lo spaccio avveniva prevalentemente in via del Papavero, in centro storico, con gli indagati che si muovevano su biciclette per facilitarsi le vie di fuga tra i vicoli del centro.

droga-polizia

La conclusione delle indagini e gli arresti.

Dal tentativo di violenza, le indagini della polizia hanno fatto registrare l’utilizzo di telefonini, nei luoghi dell’aggressione, intestate a identità fittizie. Da lì le indagini si sono allargate, scoprendo le attività criminali messe in essere dai richiedenti asilo. «L’indagine – ha spiegato il dottor Niglio – è andata a buon fine sia grazie alla collaborazione della vittima della tentata violenza che ha riconosciuto il suo aggressore e sia grazie alla collaborazione degli alti richiedenti asilo che ci hanno aiutato con le traduzioni delle intercettazioni telefoniche. Senza questo aiuto difficilmente saremmo riusciti a portare a termine le indagini».