Canile a Pizzoli, servono altri 350mila euro

30 giugno 2018 | 09:05
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Canile a Pizzoli, servono altri 350mila euro

A Pizzoli il progetto per un asilo per randagi da sviluppare in Centro cinofilo polivalente, ma mancano i fondi: servono ancora 350mila euro.

Pizzoli, località Caprareccia: tra la discarica e la pista allestita per i Mud Days un cantiere fermo ormai da tempo, sembra abbandonato, anche se le strutture si vedono in buono stato di conservazione. Una breve ricerca per capire di che si tratti e incontriamo Leonardo Bomanimi, presidente dell’associazione onlus Volontari Abruzzesi per la Protezione Civile e Angelo Carnevale, presidente emerito della stessa associazione, nonché responsabile del progetto relativo al cantiere bloccato.

Canile a Pizzoli, i fondi post terremoto e il progetto.

Come spiegato dai rappresentanti dell’associazione, a seguito del terribile terremoto del 2009, nelle casse dell’ente sono arrivati ingenti fondi provenienti dalle donazioni del 5 per mille di oltre 8mila adesioni. In pochi anni i VAPC hanno raccolto circa 200mila euro. Ma come spenderli?

canile pizzoli

«Potevamo acquistare mezzi di ultima generazione che avremmo utilizzato una volta l’anno o sistemarci in una bella sede nuova» spiega il responsabile del progetto, Angelo Carnevale. «Invece nel 2012 abbiamo deciso che non volevamo fare qualcosa di autoreferenziale con quei soldi, ma qualcosa di concreto per tutto il territorio». Da qui l’idea: un asilo per cani randagi e d’affezione, da sviluppare secondo una direttrice che vedremo in seguito. Parte il progetto preliminare, ma per l’approvazione del progetto definitivo ci vogliono 4 anni. Nel 2016 si avvia il cantiere in località Caprareccia, su un terreno concesso dal Comune in cambio di 20 posti gratuiti per i cani del paese. I lavori sono affidati alla Laika, una ditta specializzata nella produzione di box per canili. Viene realizzato il “cuore” della struttura, ma i fondi del 5 per mille finiscono e si fermano i lavori. Il progetto iniziale, spiegano dall’associazione, prevedeva una spesa di circa 280mila euro: «Duecento già erano in cassa con il 5 per mille, avremmo dovuto trovare solo 80mila euro, non sarebbe stato un problema». E invece la previsione iniziale si dimostra sottostimata: i costi di realizzazione crescono vertiginosamente tra le prescrizioni dei vari enti che impongono restrizioni, relative dalle recinzioni alle fogne, passando per l’acqua potabile, per cui il progetto finale arriva a 550mila euro. Finito “l’effetto terremoto”, però, sono scemate anche le donazioni del 5 per mille, per cui mancano circa 350mila euro per chiudere il progetto.

La prima parte del progetto si è conclusa con la realizzazione di platee e l’istallazione dei box di ultima generazione e la realizzazione delle recinzioni: «Anche per le sole doppie recinzioni abbiamo avuto prescrizioni precise che hanno portato i costi a 150mila euro per 1500 metri da recintare».  A questo punto, però, i fondi sono terminati e – a parte qualche piccolo lavoro – il cantiere si è fermato: «Abbiamo evitato di attaccare i servizi, per fa sì che non si rovinasse tutto subito, ma purtroppo non possiamo fare altro».

Canile, mancano 350mila euro.

Secondo il progetto, oltre i 200mila euro già utilizzati, mancano altri 350mila euro, difficili però da reperire. Passata l’onda emotiva del terremoto, infatti, il 5 per mille è tornato ad entrare col contagocce nelle casse dell’associazione che, con il responsabile del progetto, Angelo Carnevale, sta cercando di attingere a fondi europei, con grandi difficoltà: «Purtroppo non è facile, la maggior parte dei bandi non riguardano questioni infrastrutturali, ma solo di gestione, quindi finché non viene completata la realizzazione è difficile per noi attingere a fondi europei. Anche a livello regionale, ci sono molte opportunità – anche sul sociale – ma non riguardano opere infrastrutturali. Mi impegno tutti i giorni a cercare opportunità, ma servirebbe un indirizzo tecnico ben definito. Speriamo nella riforma del Terzo Settore che apra a una corretta sinergia coi privati». Nell’attesa, il cantiere è fermo e, fortunatamente, ancora in buone condizioni. Con il passare del tempo, però, la situazione potrebbe peggiorare.

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Il sogno del centro cinofilo polivalente.

La costruzione dell’asilo per cani randagi sarebbe solo il primo passo, nelle intenzioni dell’associazione, che vedrebbe in località Caprareccia la realizzazione di un centro cinofilo polivalente, anche a sfondo sociale, grazie a una rete di associazioni: «Abbiamo pensato all’inserimento sociale di soggetti svantaggiati, come portatori di handicap, e dei richiedenti asilo. Ma qui potrebbero incontrarsi anche cacciatori, tartufai e pastori per corsi di formazione che portino a vedere il cane come collaboratore da valorizzare, più che come strumento da sfruttare. Si potrebbero organizzare attività di pet therapy e l’addestramento dei cani delle forze dell’ordine e tanto altro. Potrebbe essere il luogo d’incontro di diverse associazioni, che finalmente potrebbero cominciare a percorrere sentieri comuni, visto che fino ad oggi ognuno si muove per conto proprio».

Paradossalmente, la parte più difficile non è la realizzazione del sogno del centro cinofilo polivalente, ma la chiusura del cantiere. Con l’infrastruttura completa, infatti, bandi e fondi per la gestione non dovrebbero mancare. Manca, però, il completamento della struttura. Mancano, in sostanza, 350mila euro.

Trovare quei fondi a questo punto non serve solo a evitare che il cantiere diventi l’ennesima cattederale nel deserto, ma anche che la solidarietà per il sisma del 2009 di oltre 8800 persone, quantificabile in circa 200mila euro, rimanga ad arruginire tra le campagne di Pizzoli. Un finale da evitare ad ogni costo.

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