Commissioni, il nodo che tiene a galla D’Alfonso

A 4 mesi dalle elezioni, D’Alfonso continua a fare il senatore e il presidente di Regione. Nessuna contestazione di incompatibilità finchè non si insedia la Giunta per le elezioni del Senato, ma lo scontro sulle commissioni blocca l’avvio dei lavori.
A quattro mesi dalle elezioni politiche, Luciano D’Alfonso è ancora presidente della Regione Abruzzo e contemporanemente senatore della Repubblica, nonostante l’art. 122 della Costituzione che recita testualmente: «Nessuno può appartenere contemporaneamente a un Consiglio o a una Giunta regionale e ad una delle Camere del Parlamento, ad un altro Consiglio o ad altra Giunta regionale, ovvero al Parlamento europeo». Dettato costituzionale chiarissimo, ma che va applicato dagli enti competenti.
Incompatibilità, la Regione se ne lava le mani.
A dichiarare l’incompatibilità di D’Alfonso dovrebbe essere uno dei due enti che il presidente senatore rappresenta. La Giunta delle elezioni della Regione, però, ha deciso di non decidere, rimandando ogni decisione alla Giunta delle elezioni del Senato. Una scelta che ha provocato le rimostranze dell’opposizione, ma nulla di più: D’Alfonso è ancora presidente della Regione Abruzzo.
La Giunta delle elezioni del Senato tra ritardi e scontri politici.
A questo punto la parola passa alla Giunta delle elezioni del Senato che dovrebbe contestare al senatore D’Alfonso l’incompatibilità con la carica di presidente della Regione. La questione, però, è che questa Giunta non c’è. Non c’è perché quella della XVII legislatura è stata sciolta, mentre quella della XVIII non si è ancora insediata.
Prima ci ha pensato lo stallo politico a rallentare i tempi della formazione della Giunta delle elezioni del Senato: nessuna maggioranza di governo dalle elezioni, il fantasma delle elezioni anticipate e infine il nuovo Governo. A questo punto la strada verso l’insediamento della nuova Giunta delle elezioni del Senato sembrava in discesa, ma di fatto è ancora tutto bloccato. A complicare ulteriormente le cose, infatti, c’è lo scontro in atto per la “divisione” delle presidenze di alcune commissioni. Finché non c’è un accordo complessivo su tutte le commissioni, infatti risulta bloccato anche l’insediamento della Giunta.
Copasir e Vigilanza, lo scontro che tiene a galla D’Alfonso.
Il PD vuole il Copasir (Commissione parlamentare per la sicurezza della Repubblica, in pratica la commissione che dovrebbe controllare i Servizi), Forza Italia (ma forse più Berlusconi) vuole la Vigilanza Rai, per motivi facilmente intuibili. Tutti d’accordo, tranne la maggioranza: il M5S, infatti, preferirebbe evitare di lasciare la presidenza della commissione di Vigilanza al partito di Berlusconi, e dall’altro lato la Lega non vede di buon occhio il Copasir al Pd. A sbloccare la situazione (o a complicare ulteriormente le cose, dipenderà dall’esito) ci potrebbe essere il ruolo di Fratelli d’Italia-An.
In assenza di un accordo complessivo, però, il PD continua a non fornire la lista dei componenti per la Vigilanza Rai e il Copasir, mettendo a rischio la convocazione della prima seduta, prevista in settimana.
Ad ogni modo, se non viene meno questo nodo, nessun accordo per la Giunta delle elezioni. E senza Giunta delle elezioni, nessuna contestazione di incompatibilità a Luciano D’Alfonso, che continua a fare il senatore e il presidente della Regione a 4 mesi dalle elezioni e a più di 3 mesi dall’avvio della XVIII legislatura, nonostante il chiaro dettato costituzionale. Tutto regolare.