Francesco De Santis, novello Borghezio

“Dov’era De Santis quando l’assessore dimenticò di far partecipare L’Aquila al bando a sostegno delle donne con figli under 12?”. Il Passo Possibile contro il giovane consigliere leghista, definito “novello Borghezio in salsa aquilana”.
«Nasce un novello Mario Borghezio in salsa aquilana: il consigliere comunale Francesco De Santis. Tra panini alla mortadella e inni antiabortisti poi goffamente rinnegati, De Santis sembra prediligere quella politica fatta solo di sfottò di branco e provocazioni che evidentemente ancora non collidono con il rigore degli altri esponenti del suo partito a livello locale, più proiettati verso un profilo di concretezza». Così il gruppo consigliare Il Passo Possibile entra nella polemica divampata in queste ore.
Il Passo Possibile contro De Santis.
«Denunciare per contrastare l’effettivo calo della natalità nel Paese, e dunque anche a L’Aquila, non può risolversi con un ordine del giorno che favorisca l’accesso dei nuclei monoparentali nella graduatoria per gli alloggi del Piano Case se poi, al contempo, ci si lascia sfuggire circa 150mila euro dei “Piani di conciliazione” della Regione Abruzzo per sostenere le donne con figli under 12. Dove era De Santis quando l’assessore dimenticò di far partecipare L’Aquila a quel bando? Le politiche per la famiglia si inseriscono nel programma di mandato e si guardano crescere e prosperare nei vari capitoli di bilancio a loro dedicati. Altrimenti il consigliere avrà dato solo prova di aver imparato sin troppo presto che l’elettore va titillato e arruffianato, all’occorrenza aizzato verso le categorie più deboli, in un gioco di distrazione che porti l’attenzione al di fuori dell’unico luogo dove si incide sulle sorti della città: il Consiglio Comunale. Si fanno più figli se si viene garantiti sul lavoro, non dove le società licenziano le donne in attesa e non ci sono segnali da parte di chi governa. Si fanno più figli se la città può accoglierli nei suoi luoghi fisici, non dove l’amministrazione neanche vuole confrontarsi con l’unico gruppo che in città ha contezza di questi problemi, Mamme per L’Aquila. Si fanno più figli se si hanno rassicurazioni che poi saranno cresciuti in una società sicura, non dove neanche le scuole sono sicure, né dove non si ha ancora contezza del luogo nel quale verranno ricostruite. E si abortisce perché una legge ne riconosce il diritto da quarant’anni, troppo pochi per vedere garantito un diritto di tutte le società civili e troppi per ascoltare un amministratore che confonde il concetto di libera scelta con quello di difesa identitaria. Questi sono solo alcuni dei temi dei quali dovrebbe occuparsi De Santis, smettendo di giocare al giovane Borghezio e cominciando a lavorare in Consiglio Comunale».