Pietre nere per il Lago Sofia

Saranno 36 le piccole pietre nere che faranno la loro breve comparsa il 22 luglio nella conca del Lago Sofia per l’esposizione di arte ambientale progettata da Alberto Timossi.
I cambiamenti climatici che hanno portato, tra l’altro, alla scomparsa del Lago Sofia ai piedi del ghiacciaio del Calderone sul Gran Sasso, al centro dell’iniziativa artistica di Alberto Timossi. Il progetto è patrocinato dal Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga ed è realizzato grazie alla collaborazione del CAI di Castel Di Sangro e del Rifugio Franchetti, con il supporto di Massimo Pecci, glaciologo, esperto del Calderone, che ha fornito preziose informazioni e documentazione fotografica utile alla corretta interpretazione della storia geologica dei luoghi.
Pietre nere, il 22 luglio l’installazione temporanea.
Saranno 36 le piccole pietre nere che faranno la loro breve comparsa il 22 luglio sulla morena del piccolo Calderone, nella conca del lago effimero. Pietre levigate dal ghiaccio, ammorbidite dall’acqua, diventate fossili neri. Sono piccole macchie nella grande conca, a 2670 metri, all’ombra del Corno Grande, che per poche ore inviteranno al raccoglimento e alla riflessione. La loro vista improvvisa, in memoria del Lago Sofia, è espressione dello stupore e la meraviglia verso l’ambiente che cambia: «Le pietre nere per Sofia sono un omaggio dell’artista alla bellezza e alla fragilità della natura, alla caducità dell’ambiente che sembra essere eterno, che nella sua sconfinata armonia nasconde il pericolo, alla sorpresa in un ecosistema che non ci offre certezze e mostra il suo volto sempre diverso. Ad una terra sofferente. A Sofia che, bellissima, ci ha incantato con il suo silenzio. A Sofia che, anche solo per un giorno, possa ritornare».
La spedizione delle Pietre nere.
La spedizione partirà dal Rifugio Franchetti: un gruppo di 11 persone, con le sculture negli zaini, salirà sulla morena fino al declivio dell’inghiottitoio, a contatto con l’interno della montagna, e lì appoggerà le pietre al suolo a comporre l’intervento. Sarà un’azione condivisa di arte ambientale: si proverà, come in una performance, a concentrarsi sulla stessa idea, convinti che l’arte possa generare, ancora una volta, il legame di senso con l’ambiente, e, all’ombra della scienza, possa offrire uno sguardo alternativo in presenza di temi pressanti come il cambiamento climatico. Questo tipo di arte ambientale, come un’emergenza, si fa dove occorre e avviene perché necessaria. Francesca Nesteri, con gesti e parole, sorgendo dal suolo, accompagnerà la visione nel grande anfiteatro del Calderone.

Il ghiacciaio e i cambiamenti climatici.
Il Ghiacciaio del Calderone, il più meridionale d’Europa, attualmente vive una situazione di estrema precarietà: perde spessore e si riduce, si è diviso in due parti, una superiore ed una inferiore, alla fine di ogni estate sembra scomparso e non può essere più definito ghiacciaio, poiché ha perso il movimento di scivolamento e si è frammentato. Fino alla metà degli anni ’90, il lago Sofia appariva sul fondo del ghiacciaio nei giorni del disgelo e le sue acque si raccoglievano su un letto glaciale. Ma un inghiottitoio fra le rocce, dapprima ghiacciato, assorbiva le sue acque non appena le temperature salivano. Sofia era un lago effimero, di breve durata, che si presentava ogni anno con le consuete modalità, finché il Calderone non si è impoverito troppo, non è riuscito più ad alimentarlo e l’inghiottitoio, non più congelato, ha ingerito tutta l’acqua generata dalla fusione. Il clima ha fatto del Gran Sasso il suo terreno di gioco e si diverte a cambiare le regole: episodi di caldo intenso, poi di freddo, piogge torrenziali, siccità prolungata. Nella giostra che gira, capita anche che Sofia ritorni, per pochi giorni, come episodio eccezionale e non previsto (settembre 2012). Anche l’uomo ha fatto del Gran Sasso il suo terreno di gioco: costruendo nel suo ventre laboratori per la ricerca scientifica, ha dato il via a piccoli cambiamenti che, partendo dal nucleo, si manifestano sulla superficie.
Info.
Alberto Timossi
In memoria. Pietre nere per il Lago Sofia
Esposizione condivisa di arte ambientale
22 luglio 2018
Ghiacciaio del Calderone, Gran Sasso d’Italia m 2670
Partenza ore 9.00 Rifugio Franchetti
Con il Patrocinio del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga
Con la collaborazione del CAI di Castel Di Sangro e del Rifugio Franchetti
Con il supporto di Massimo Pecci, glaciologo