Arischia, si rinnova il ‘miracolo’ di San Franco

L’acqua miracolosa è tornata a zampillare come un tempo.
La buona notizia è che l’acqua miracolosa è tornata a zampillare come un tempo. Gli ultimi eventi sismici, quelli del gennaio 2017, avevano interrotto il flusso fragoroso dell’acqua di San Franco, il pastore eremita del XII secolo che fece sgorgare acqua proprio da una roccia. Oggi tutto è tornato come un tempo per la gioia dei pellegrini che affrontano il pendio della montagna per raggiungere la sorgente e bagnarsi con quell’acqua ritenuta taumaturgica e in grado di curare le malattie della pelle.

Siamo a 1730 metri di altitudine immersi nel Parco del Gran Sasso e Monti della Laga. Qui c’è la piccola cappella dedicata al Santo, incastonata nella roccia.

Sopra l’altare si trova una lapide in marmo bianco che ricorda il restauro operato nel 1945, mentre un pannello con 24 maioliche raffigura un miracolo del Santo.

Arischia, la leggenda
La leggenda vuole che San Franco, percuotendo la roccia con il suo bastone, fece scaturire l’acqua miracolosa. Molti pellegrini, allora come oggi, si recavano a visitare questa sorgente bevendo e lavandosi con quest’acqua per ottenere la guarigione delle malattie della pelle. Proprio per sfuggire al pellegrinaggio di questi visitatori, il Santo si spostò ben presto recandosi nella più impervia grotta sul Cefalone.

Il 5 Giugno di ogni anno, in occasione della Festa in onore di San Franco, numerosi pellegrini si arrampicano attraverso i sentieri, che dal paese di Arischia a valle salgono all’eremo.

