Personale in ferie, reparti chiusi

Per 15 giorni reparti chiusi perché non c’è personale per sostituire i lavoratori in ferie. La denuncia dell’UGL/FNA.
«La situazione in cui versa la ASL 1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila – scrive il segretario regionale UGL/FNA, Simone Tempesta – è drammatica, costantemente sorgono nuove problematiche che si sommano a quelle già esistenti. Gli organici all’interno dell’Ospedale, ormai, sono in condizioni critiche: mancano infermieri, ausiliari, operatori socio sanitari, tecnici. In molti casi i dipendenti sono costretti a rinunciare al riposo settimanale e gli operatori socio sanitari a lavorare in più reparti contemporaneamente».
Personale in ferie e reparti chiusi.
«La Direzione Aziendale – denuncia Tempesta – per far fronte alla giusta richiesta da parte del personale di ferie estive è ricorsa alla chiusura dei reparti. Mentre in altre regioni italiane si sanzionano o addirittura licenziano primari che sono ricorsi a tale provvedimento per una sola sera, nella ASL 01 Abruzzo per rimediare alla mancanza di una seria programmazione si chiudono intere Unità Operative Complesse per 15 giorni consecutivi, proprio nel momento in cui sul nostro territorio la popolazione aumenta per l’arrivo dei turisti residenziali con un conseguente accrescimento della richiesta di servizi sanitari. La chiusura delle unità operative è l’emblema del modus operandi dei vertici aziendali, i quali, sordi a qualsiasi segnalazione, una volta trovatisi di fronte alla catastrofe fanno ricadere la colpa sul dipendete, ultimo nella catena gerarchica in termini di potere decisionale chiedendogli spiegazioni sull’accaduto o addossando responsabilità alle linee di indirizzo regionali. È giunto il momento che la Direzione Aziendale dia delle esaustive spiegazioni su ciò che sta accadendo. È inverosimile che i lavoratori non possano fruire del congedo ordinario, visto che alcuni di essi hanno oltre 100 giorni di ferie arretrate da fruire, e che si continuino a tagliare servizi offerti agli utenti chiudendo le unità operative. Per risollevare le sorti della ASL Aquilana sarebbe auspicabile un concreto cambio di rotta da parte dei tre dirigenti più alti in grado, intraprendere confronti seri e costruttivi con tutte le parti sociali, e non limitarsi ad incontri con pochi, per poter giungere finalmente ad una seria politica sul personale, rivalutando correttamente la dotazione organica ed effettuando una vera revisione della pianta organica, che dovrebbe portare all’individuazione delle aree di criticità. Il territorio dell’intera provincia aquilana inizia a risentire pesantemente dei continui tagli che vengono apportati all’offerta della ASL. Non è più possibile procedere con lo stesso metodo con cui si è andati avanti fino ad ora, i nostri conterranei meritano molto di più di quanto è stato fatto dai dirigenti aziendali».