



Destinazione L’Aquila, dal silenzio di Sperone alla vivacità di Pescasseroli
“Destinazione L’Aquila” oggi vi porta nel cuore dell’Abruzzo marsicano, delizioso per la vista e l’anima.
Dalla città di Silone a quella di Croce, si può fare una fuga veloce per una gita fuori porta alla scoperta di storia e tradizioni.

Sperone, storia di una migrazione forzata
Siamo a 87 chilometri dall’Aquila, immersi nel Parco Nazionale Abruzzo, Lazio e Molise. Ci fermiamo a Sperone, un balcone naturale e silenzioso che impera sulla marsica. Oggi non restano che mura e case sventrate dal tempo, dall’isolamento e prima ancora dal terremoto.
Correva l’anno 1915 quando il terremoto, del 7° grado Richter che fece più di 30 mila morti, colpì la marsica e rase al suolo anche questo borgo, successivamente ricostruito più a valle. A causa della posizione di forte pendio del paese, situato ai piedi della torre medievale, una commissione di esperti, valutando la delicata situazione abitativa del centro, decise di delocalizzare l’abitato che fu ricostruito più a valle. Case tutte uguali e impersonali. La curiosità e l’attenzionedel turista sono tutte concentrate su Sperone Vecchio.

Negli anni settanta ci fu l’inesorabile esodo: anche il cimitero fu spostato a valle. Da quel momento Torre di Sperone divenne un vero e proprio stazzo appenninico, custode con ciò che resta delle sue case e strade di una storia che non ritorna.
Pescasseroli, il cuore del Parco

Dalla tradizione della pastorizia fino al turismo. La città che diede i natali a Benedetto Croce è diventata una delle mete turistiche della regione, grazie soprattutto alla presenza delle infrastrutture sportive e ricettive sorte a seguito dell’istituzione dell’ente parco.
Passeggiando per le stradine non si resta indifferenti al fascino delle curatissime case in pietra, delle botteghe di prodotti locali, degli spazi verdi.
La Camosciara, tappa immancabile
Si trova lungo la strada che collega Pescasseroli a Villetta Barrea. Per la straordinaria bellezza del paesaggio, l’oasi dei camosci, è una delle località del parco più conosciuta e amata dai turisti, ma allo stesso tempo è uno dei luoghi più segreti che si estende verso valle fino al fiume Sangro e racchiude nel proprio contesto la zona di Riserva Integrale.

Le inaccessibili vette, mai violate nel tempo, hanno permesso la sopravvivenza del camoscio d’Abruzzo e dell’orso marsicano, oggi simbolo dell’Ente Parco.
Dopo aver parcheggiato la macchina nel parcheggio a valle della Camosciara, si procede a piedi lungo una strada asfaltata non accessibile alle auto. Troveremo le cascate delle Ninfe e delle Tre Cannelle, attraverso un bosco di faggi raggiungibili con mountain bike, passeggiate a cavallo, o trenino turistico.
Qui è molto alta la probabilità di scorgere i camosci che si affacciano sulle balze rocciose e che arrivano fino al torrente per dissetarsi. Oltre questo punto non è consentito proseguire perché si entra in zona di Riserva Integrale.