Stiffe, una cascata da urlo






A questo angolo di paradiso è toccata la stessa sorte delle grotte di Stiffe, dopo vent’anni di ‘gestione’ delle Grotte di Stiffe S.p.a. resta la panchina mezza sgangherata e fili nei corrugati senza più faretti.
di Roberta Galeotti
Il Rio Gamberale è il fiume che sgorga dalle Rocche e che, attraverso gli inghiottitoi carsici, si infila nella montagna sottostante per 3 chilometri fino ai 700 metri di grotte aperti al pubblico.
Poi le acque gelide scendono in una serie di cascate fino a creare un laghetto naturale con un colpo d’occhio da urlo.
Sembra la scena di un film, Laguna blu.
A questo angolo di paradiso è toccata la stessa sorte delle grotte di Stiffe, forse anche peggio!
All’inizio è stato illuminato con dei faretti ed è stato fornito anche di una panchina di legno. Dopo vent’anni di ‘gestione’ delle Grotte di Stiffe S.p.a. resta la panchina mezza sgangherata e fili nei corrugati senza più faretti.

Area pic nic
Da fruitore ritengo che sarebbero bastati due tavoli da pic nic e qualche panchina per valorizzare un piccolo paradiso che, se si fosse trovato in Toscana, Friuli o nelle Marche sarebbe diventato meta di turisti e autoctoni. Circondato da un reticolo di mulattiere e strade di campagna che collegavano Stiffe e Campana alle Rocche e a Fontavignone, il polo di Stiffe sarebbe potuto diventare un propulsore di tutta la valle.
Sarebbe bastato guardare nell’insieme tutto il potenziale turistico che è parte integrante delle Grotte e non rimanere concentrati soltanto nei numeri di un arido bilancio.
Invece dopo 20 anni di gestione, i percorsi che circondano il famoso sito turistico delle grotte di Stiffe sono chiusi dalle acacie e dalle erbacce; l’angolo di paradiso delle cascate è abbandonato all’erba e all’immondizia e le strutture recettive circostanti non sono state coinvolte nello sviluppo di pacchetti turistici più complessi.

La progetto Stiffe S.p.a.
Il comune di San Demetrio non ha rinnovato la concessione alla S.p.a che, dopo vent’anni di ‘onorato servizio’ ha deciso di intraprendere una battaglia legale a suon di dispetti, iniziando dalla mancata riconsegna della struttura di legno adibita a bar biglietteria.
Non sarà sfuggito ai più attenti la scelta della S.p.a. di intraprendere l’investimento di Aquilandia, per centinaia di migliaia di euro, l’anno prima della scadenza della convenzione e di assumere un nuovo dipendente 4 mesi prima.
