Transiti, dalla Transumanza alla Transizione





Inaugurata domenica 5 agosto presso il Palazzo Dorotea in Villetta Barrea la mostra di Marco De Angelis “Transiti” con il patrocinio del Parco Nazionale d’Abruzzo, del Comune di Villetta Barrea e del Museo della Transumanza. Nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo l’arte prende forma attraverso le transizioni.
Domenica 5 agosto infatti è stata inaugurata presso il Palazzo Dorotea in Villetta Barrea la mostra di Marco De Angelis “Transiti” con il patrocinio del Parco Nazionale d’Abruzzo, del Comune di Villetta Barrea e del Museo della Transumanza.
Curata da Maria Pia Graziani, responsabile del Museo, l’esposizione presenta una selezione di opere composta da dipinti, incisioni e sculture, tra le quali l’emozionante “Piombi”, 50 figure di piombo e sabbia scolpite in varie dimensioni, che evidenzia la particolare ricerca dell’artista legata al tema del limite e dello sconfinamento, indagato con un tratto stilistico che va da una peculiare pittura di tipo tonale fino alla scomposizione- trasformazione dell’oggetto rappresentato.

«I soggetti – dice De Angelis – si trovano in uno stato di sospensione, i confini perdono la linearità e trasfigurano in macchia. La sospensione delle categorie avviene nella dimensione del transito, in cui l’unico tempo è il presente e l’unico luogo è la presenza. La sfocatura qui non è solo opacità dell’immagine, ma pone l’osservatore dinanzi ad un nuovo contenuto non più riferibile al livello figurativo superficiale ma che dà accesso ad una dimensione altra.»
La mostra, che resterà aperta fino al 9 settembre, sarà introdotta da Italia Gualtieri, curatrice del Laboratorio d’arte MAW, e accompagnata dalle voci del Gruppo Incanto.
Le transizioni
«È dall’oscurità che sfuma nel chiarore del giorno, è dalla veglia più lunga quando varca la soglia del sogno che nasce la pittura di Marco De Angelis. Passaggi.» commenta Italia Gualtieri.
«Transizioni dello sguardo e della mente a penetrare confini, ad esplorare la dualità molteplice e permanente in cui si imbatte ed evolve il percorso dell’uomo. Sospendendo la scelta, però; scegliendo il margine tra i mondi delle
opposizioni, spazialità labile e inattesa nella quale è necessario sostare.»
«Se l’esperienza del limite è connaturata all’esistenza umana, De Angelis se ne fa coscienza vigile e visionaria che si addentra nei significati perduti, nella sostanza sfuggente eppure reale della sua dimensione più profonda, che ci invita a riconoscere con lui: il limen – la frontiera, l’ingresso – luogo ideale della trasformazione; il punto della soglia, ritrovato nella consistenza di spazio che fu sacralizzata nelle più antiche culture, “tempo” vero della conoscenza, del giudizio, della risoluzione, nel quale configuriamo il nostro destino. Vicino al suo orizzonte, il limite è area indefinita ma certa di libertà, di timori, di occasioni, dove i territori sfumano i propri contorni ma più chiara è la visione.»
«Fermarsi, avanzare, portarsi indietro: si può scegliere – prosegue Gualtieri -, incontrando la soglia, di percorrerla dentro, abbandonandosi alle possibilità espansive offerte alle nostre risorse. Questa la sensibilità
veggente e l’urgenza dell’artista che al tema del passaggio ha consacrato da molti anni la sua ricerca, informandovi la stessa ricerca tecnica e formale. Così, i colori velati e mutevoli dei paesaggi, soggetto ricorrente in ampie serie di opere, non segnano solo la sua fascinazione verso fenomeni ottici peculiari ma sono fissa meditazione sulla luce che incontra la sua assenza. E le foschie, che con sapienza di procedure – che siano le stesure liquide o le sfregature dei pastelli – svaporano le linee di separati universi, profilano il fermo invito ad attraversare, ma tardando il cammino, seppure avvolti dalla bruma: il sogno divinatore che ci permette di vedere.»
«Un percorso difficile, senza uscite sicure, quello di De Angelis, che proprio nel ricorso alla sfocatura, traslata, nell’ultimo periodo, nelle scabre incisioni e nei bordi aperti del lavoro plastico ripreso con nuova e convinta energia, dichiara che il suo impegno non è situato all’interno di una mera riflessione stilistica, che pure lo coinvolge, e della sua valenza simbolica. La sfocatura è scelta di più complessi effetti per i quali l’immagine si carica di nuovi valori che accedono direttamente ad una dimensione altra.»
«Eventi accadono quando si passa la soglia, sospeso è ogni contrasto: la contemplazione sa addomesticare gli opposti, aiuta la direzione, che i fenomeni prendano il volto di oscuri erranti (Presso il villaggio di Ouarzazate, Contrabbandieri), di dolorose memorie (Prospettiva Nicolaijewka, Piombi) o di ombre incantatrici affioranti dalla reminiscenza (Il poeta).»
«Percorsi di un lavoro psichico e sui materiali concentrati dentro sperimentazioni in perenne bilico tra il prevalere dell’ombra ed esiti di luce e di distensione.»
«Può accadere, se il passaggio è guidato, se la soglia ha i suoi benevoli custodi – conclude Gualtieri -. Ed ecco allora l’argilla solenne (Il silenzio), figura tutelare generata dall’artista a presidiare l’attraversamento. Ora la zona insidiosa e affascinante del confine è protetta, nuova eschatià percorsa dai suoi indicatori sacrali. E deciso, ma soave e struggente, il richiamo di Marco De Angelis, messaggero di un altrove che parla alla nostra sostanza terrena per ricordarci la sua origine celeste.»

L’artista
Marco De Angelis è nato a L’Aquila il 23 agosto del 1973, vive e lavora a Sulmona (AQ), nel cuore del Parco Nazionale della Majella.
Ha conseguito il diploma di maturità classica e la laurea in Giurisprudenza, all’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma. Ha lavorato come grafico pubblicitario ed illustratore per dieci anni presso un’importante agenzia di comunicazione a Roma e come freelance. Nel 2017 si diploma all’Accademia delle Belle Arti dell’Aquila, nel corso di Pittura, con la votazione finale di 110/110 e lode. Inizia a dipingere da giovanissimo, coltivando la passione per la pittura prima come hobby e poi come attività professionale.
Principali riconoscimenti:
2017, 10ª Edizione del Premio Internazionale Biennale d’incisione Città di Monsummano Terme. Finalista; 44° Premio Sulmona, Rassegna Internazionale d’Arte Contemporanea. Partecipazione su invito; 2016, 43° Premio Sulmona, Rassegna Internazionale d’Arte Contemporanea. Partecipazione su invito; 2015, Premio Internazionale Spoleto FestivalArt 2015. Primo premio; Expò Arte Italiana. 200 maestri dell’arte italiana, 100 artisti esordienti. Villa Bagatti Valsecchi, Varedo; a cura di V.Sgarbi. Partecipazione su invito; Premio Internazionale di Pittura G. Gambino – Special Price Venice 2015, Venezia. Finalista; 2014, 41° Premio Sulmona, Rassegna Internazionale d’Arte Contemporanea. Premio della Camera dei Deputati.