Viadotto Gignano, siamo davvero sicuri?

Dopo la tragedia di Genova il sindaco Biondi e il presidente della Provincia Caruso rassicurano sulla percorribilità del viadotto di Gignano. Nel 2017 non solo restyling ma messa in sicurezza dei giunti di dilatazione. Si attende il cambio di gestione che prevede la presa in carico del viadotto da parte dell’ANAS.
In seguito alla tragedia di Genova, i consiglieri del Passo Possibile, Paolo Romano ed Elia Serpetti avevano espresso preoccupazione per “quel tratto di superstrada che collega la città con la zona est, passando al di sopra dell’abitato: il viadotto di Gignano”.
I consiglieri avevano manifestato l’intenzione di “depositare un ordine del giorno urgente che impegnasse il Sindaco ad attivare i suoi buoni uffici con l’amministrazione provinciale al fine di verificare la reale situazione in termini di sicurezza di quel tratto, a riportarla in Assise comunale, a informarsi e informare su quando verranno eseguiti i dovuti lavori, anche quelli afferenti alla diminuzione di velocità dei mezzi, per ristabilire il normale transito nonché a istituire un tavolo permanente per una verifica puntuale sullo stato di salute di tutti i viadotti che attraversano il territorio cittadino”.
Il Sindaco Biondi che pure ha inviato una lettera indirizzata a Strada dei Parchi Spa per chiedere «una relazione sullo stato delle manutenzioni preventive e programmate delle infrastrutture autostradali, nonché dell’attività di diagnostica, di viadotti, ponti e gallerie nel tatto di A24 ricadente nel territorio comunale», ha rassicurato a mezzo stampa la cittadinanza e i consiglieri in questione insieme al presidente Angelo Caruso sulla sicurezza e sulla percorribilità del viadotto.
Eppure, come sostengono gli stessi consiglieri “il viadotto di Gignano, tratto di superstrada di proprietà provinciale, era in effetti stato già oggetto di attenzioni nell’immediato post sisma del 2009 tramite ben due studi di valutazione di sicurezza, uno nel 2010 e l’altro nel 2015, che avevano drammaticamente rilevato un ammaloramento dei giunti tecnici e dei cordoli e una conseguente carenza di resistenza in condizioni sismiche per circa la metà dei piloni. La Provincia aveva perciò eseguito dei lavori della durata di un mese tra l’ottobre e il novembre 2017, decidendo per quel tratto un restringimento di carreggiata permanente, finalizzato, pare, alla diminuzione della velocità dei mezzi in transito.”
“Di fatto però sembra che la parte statica non sia stata toccata dai lavori perché per rinforzarla ci sarebbero voluti fondi che, al momento, non sarebbero nelle disponibilità della Provincia”.
“Sorge così il legittimo timore – proseguono i consiglieri Romano e Serpetti – che il restringimento di quel tratto non sia da imputare ad un controllo della velocità dei mezzi in transito, mezzi che ricordiamo comprendere anche quelli pesanti impegnati quotidianamente nella ricostruzione, ma che nasconda qualche dubbio sulla reale tenuta dell’infrastruttura”.
Non è un caso se, circa due mesi prima dell’inizio dei lavori del 2017 sul viadotto, un post su Facebook di Alessio Ciccone (coordinatore del movimento Prima L’Aquila) ha avuto migliaia di condivisioni e interazioni da parte dei cittadini aquilani. Nel post Ciccone si interrogava sullo status e sulla sicurezza del viadotto, a otto anni dal sisma. Era stato scoperchiato virtualmente il Vaso di Pandora dei dubbi di chi quotidianamente è costretto a percorrere quel tragitto.
«Non sono un tecnico – racconta Ciccone ai microfoni del Capoluogo -. Mi sono interrogato, come privato cittadino, sulle condizioni del viadotto e come privato cittadino mi attendevo di essere rassicurato. Emblematico è stato il numero di condivisioni del mio post: evidentemente tanti aquilani attendevano, come me, risposte in tal senso.»
In realtà, come titolava quasi un anno fa il Capoluogo, gli interventi compiuti sul viadotto non riguardavano solo il restyling.
“Sulla Superstrada di Bazzano non si è trattato di lavori di solo restyling del manto stradale, bensì di una vera e propria opera di messa in sicurezza urgente
“Il rifacimento del manto stradale è solo una parte, quella più visibile, dei lavori che sono stati eseguiti su quel tratto, in entrambe le direzioni”
raccontava a Il Capoluogo Ambra Micantonio, direttore tecnico di cantiere della Appalti Ursini – di Oliviero Ursini e Gianluca Cacchio – incaricata di svolgere gli interventi.
L’intervento vero e proprio di messa in sicurezza ha riguardato i giunti di dilatazione” sottolineava Micantonio.
“Erano molto deteriorati non solo dagli agenti atmosferici e dall’usura, ma anche dai mancati interventi, nel corso degli anni, di manutenzione ordinaria. Pertanto, sono stati sostituiti e, in particolare, in prima e ultima campata sono stati utilizzati giunti polimerici, come quelli che vengono utilizzati in autostrada, capaci di assorbire e attenuare il movimento del ponte”.
“Di fatto, la parte statica non è stata toccata perché per rinforzarla ci vorrebbero fondi che, al momento, non sono nelle disponibilità della Provincia: ecco perché si è optato per un intervento di sostituzione dei giunti malandati, che consentisse la percorribilità in tutta sicurezza di una arteria che è una delle più importanti entrate alla città”.
Il Presidente della Provincia Angelo Caruso che nell’ottobre 2017 aveva avviato con lavori urgenti di adeguamento della rete viaria una “concreta azione al fine di eliminare i rischi e mettere in sicurezza gli automobilisti che percorrono le strade di competenza provinciale”, ha precisato che “il ponte non ha problemi strutturali, è stato ridotto ad una corsia perché bisogna fare dei lavori di sistemazione dei guard rail”.
Da settembre sarà l’ANAS ad avere la gestione e la responsabilità della strada.
Gli aquilani attendono dunque di vedere questi lavori di sistemazione dei guard rail.